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The amalgamut, l'amalgama: il titolo del terzo album dei Filter, band di Cleveland, Ohio, capitanata da Richard Patrick – l'uomo dall'ugola di cartavetrata – promette già dal titolo un bel rimescolamento di suoni e di generi musicali. In realtà va specificato che si tratta di una promessa non esattamente mantenuta, a meno che non si voglia considerare il particolare ambito, la scena musicale diciamo, in cui opera la band: The amalgamut contiene infatti dodici pezzi che variano tra la furia dei muri di chitarre e delle urla lancinanti del frontman (My long walk to jail) e atmosfere ben più rilassate da ballad (The missing o God damn me), per tacere della chiusura smaccatamente psichedelica con The 4th. Più granitiche e dritte al punto, invece, canzoni come So I quit, Columind e American cliché, scelta come singolo al pari di Where do we go from here, d'altronde più nettamente pop-rock. Un buon lavoro, nel complesso, con lampi aggressivi e una costante attenzione alla melodia.
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