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Indice
1.
Lo sparo era esploso alle sei meno un quarto del mattino, nella casa immersa nel silenzio. Tutte le ville tra viale dei Martiri e via Elbasan erano state costruite prima della guerra e sono tra le pochissime abitazioni di Tirana a essere circondate da giardini. Erano passate due ore buone da allora, eppure un odore, non di polvere da sparo ma denso e opprimente, impregnava ancora l'aria e la rendeva pesante. Ismail aprì la finestra e inspirò la rugiada del mattino, una specie di foschia grigia che si alzava sopra gli archi della siepe e sui cumuli di foglie rosse dell'autunno raccolte in gabbie di metallo. Due poliziotti in uniforme stavano di guardia al cancello principale, e un ispettore in borghese osservava l'edificio e scattava fotografie da diverse angolazioni. Troppe finestre davano su quel lato del giardino: le due porte a vetri della balconata del primo piano, dove dormiva il vecchio Zanum, com'era conosciuto in tutta l'Albania il padre di Ismail; o l'attigua loggia che usava come studio e dove aveva l'abitudine di chiudersi a lavorare di buonora; a destra c'erano poi le stanze in cui dormivano da bambini Ismail e il fratello Viktor. C'erano inoltre le quattro finestre di sotto, che culminavano in un arco e corrispondevano, nell'ala est, al salone e alla biblioteca e, nell'ala ovest, agli ex annessi per la servitù. Senza contare l'altana della torre.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è un brutto libro tutto sommato... Ma l'ho trovato un po' noioso.
Talmente breve è la vita e talmente tanti sono i capolavori della letteratura mondiale non ancora letti, che l'avere perso due ore preziose per leggere un romanzo insipido e dalla trama scontata come questo è un peccato di cui un giorno Dio mi chiederà conto.
Un paese in rivolta sullo sfondo di due storie d'amore burrascose; ben scritto, forse sullo spunto dei romanzi di Isabella Allende ma comunque niente a che vedere. Storia coinvolgente e dialoghi sciolti ed armoniosi. Tutto sommato piacevole.
Recensioni
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“Le parole avanzano in circolo, attraversano una vita intera e poi ritornano ad incontrarsi, si toccano e rinchiudono qualcosa”, aveva detto Ismail.
‘Ed è così che dev’essere, figliolo. Niente di quanto accade viene mai cancellato del tutto’, gli aveva risposto Hanna prima di girare sui tacchi e tornare discretamente in paese per la stessa strada da cui era venuta, lasciando il ragazzo solo con i propri pensieri.”
Amore e morte nella cupa Albania comunista di Enver Hoxha: una famiglia segnata dal tragico stigma di passioni travolgenti e proibite che si ripresentano simmetricamente in due successive generazioni. Con questo romanzo, il primo tra i suoi libri a essere tradotto in italiano, la scrittrice spagnola Susana Fortes è stata finalista al Premio Planeta, forse il più importante e certo il più ricco premio letterario spagnolo.
Il protagonista Ismail, sognatore e poeta che non a caso porta il nome del maggiore scrittore albanese, Ismail Kadarè, al ritorno dal servizio militare trova in casa Helena, un’affascinante ragazza del Nord che il fratello ha sposato durante la sua assenza. Da vent’anni mancava nella casa, abitata soltanto dai due fratelli e dal padre, una presenza femminile, dopo la morte improvvisa e misteriosa della madre, avvenuta quando i figli erano bambini. Il turbamento provocato nel giovane dalla cognata risveglia il trauma infantile della perdita della madre e per Ismail prende avvio un doppio percorso sentimentale, che lo porterà a scoprire gli inconfessati segreti del passato e a rivivere nel suo presente l’antico dramma. Sullo sfondo, il perverso meccanismo politico del regime totalitario, basato sulla delazione e sull’eliminazione dei dissidenti, che sarà lo spietato strumento della vendetta.
Suggestiva narratrice, Susana Fortes intreccia sapientemente i diversi piani temporali, che progressivamente svelano l’ineluttabile potenza dell’amore e l’altrettanto ineluttabile distruttività dell’odio, creando atmosfere liriche e squarci psicologici di forte impatto per il lettore.
A cura di Wuz.it
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