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Si legge tutto dì'un fiato. Vicenda paesana che ti prende, ti appassiona. Molto bello quel senso del "pettegolezzo" che serpeggia nei persponaggi e per il paese. Ne consiglio la lettura. Apprezzo molto il modo di resporre del Guin.
Un libro molto scorrevole ed accattivante. Ambiente lacustre lariano ben descritto. Trovo però un po' superficiali i profili dei protagonisti, dei quali si sarebbe dovuto tentare un maggior approfondimento. Ritengo che il solo Sebastiano (il vecchio della cava) sia stato descritto in modo pienamente soddisfacente.
Un libro dal titolo accattivante, ma che già a pagina due disattente le aspettative dei lettori autoctoni per l'aspecificità geografica del testo. L'autore ambienta la sua storia in un "non meglio precisato" paesino durante gli anni cinquanta pensando che questo sia sufficiente a catapultare il lettore in quella realtà bucolica da vecchia cartolina che il "poliedricamente complesso" cittadino d'oggi sembra aver scordato. Se l'intento iniziale è affascinante il risultato finale però non è altrettanto suadente: l'eccessivo gigioneggiamento di Guin che antepone sistematicamente l'articolo davanti ai nomi propri, come se bastasse questo a trasformare i protagonisti in simpatiche figure dialettali d'epoca, e la stereotipizzazione di certi ruoli: vedasi per esempio il vecchio parroco con la sua perpetua, il comandante dei carabinieri meridionale, l'irriducibile pettegola o addirittura il frate buono, conferiscono all'opera una patina di dilettantismo. E' giusto però riconoscere che il titolo dell'opera è assolutamente calzante e rappresentativo, questo libro infatti, per come si svolge la vicenda, è una commistione di diversi generi letterari: ha un incipit da romanzo giallo, poi si tinge di noir seguendo l'evoluzione della coscienza del protagonista, quindi ineluttabilmente sbiadisce in un rosa pallido con lo sbocciare dell'amore tra i protagonisti. Nella parte Noir, Guin, è meravigliosamente ispirato e riesce a cogliere le spigolose contraddizioni dell'animo umano, quando però sconfina negli altri due stili è piuttosto superficiale e monotono: se il reato non ha particolari sfumature è banale, se il denso adolescenziale sentimentalismo per qualche pagina è giustificabile alla lunga risulta tediosamente incoerente alla pregressa narrazione e tutto il romanzo perde di ritmo. L'autore merita comunque un plauso per essere riuscito a introdurre nel testo dei tratti di introspezione psicologica così difficili da trovare oggi giorno in un romanzo moderno. In definitiva questo è un buon romanzo ma un po' troppo innocuo.
Recensioni
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