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Il fatto che Walter Hill, per il suo film I guerrieri della notte, si fosse ispirato a questo libro, mi incuriosì e quindi lo comprai. In pratica è un diario scritto più di duemila anni fa, non è un romanzo, narra le vicissitudini di diecimila guerrieri e del loro ritorno in patria. Senofonte usa un linguaggio a volte scarno, non enfatico, ma capace coinvolgerti di affascinarti. Leggendolo ci si trova di fronte a cose che sui libri di storia nemmeno si suppongono e i discorsi che lui fa in varie occasioni, se extrapolati dal testo, potrebbero benissimo essere fatti oggi. Gli uomini, nel bene e nel male, non cambiano.
buono stato e arrivato in tempo ottima spedizione
Libro per appassionati di diari militari, realistici e asciutti, e di storia greca. Letto come "libro d'avventura" (così fra gli altri Calvino), risulta anomalo: perché è anche diario, pieno di dettagli, libro di viaggi, con qualche curioso particolare esotico, e auto-apologia. S. rifugge da pathos ed epico, salvo che non siano i fatti stessi drammatici o epici. Povero pure ad analisi psicologica dei mercenari: in un unico discorso S. rapidamente cita fra le motivazioni di tutti la voglia di arricchirsi e quella di farsi onore con imprese guerresche; e più volte nei fatti e nelle scelte emerge la prima, anzi il desiderio di non tornare in patria più poveri di prima. Ed è tutto. Lo stesso realismo sincero e asciutto ispira la narrazione. Focalizzazione coinvolgente, interna al gruppo dei soldati, perduti in territorio ostile (behind enemy lines: vi ricorda qualche film?) ma che resistono a nemici e gelo. S. parla di sé in 3a persona, anche se il suo personaggio diventa via via protagonista, e l'umiltà, la ragionevolezza ce lo rendono simpatico. Narrazione perciò impersonale, quasi spietata: sono appena citati i compagni che in un assalto riportano i fianchi fratturati e, subito dopo, lo "spettacolo spaventoso" del suicidio collettivo, compresi i bambini uccisi dalle madri, dei Taochi, assediati e vinti dai Greci in cerca di vettovaglie. Stessa semplicità nel citare la non rara omosessualità tra i soldati. La mentalità antica: fede e fatalismo, con continui sacrifici agli dei, prima di prendere decisioni - fissazione soprattutto di Senofonte -; ma attenzione pure all'intelligenza degli uomini, tattica o dialettica: pur brevi, i discorsi sono sempre efficaci ("E chi vuol sopravvivere, cerchi di vincere: i vincitori uccidono, i vinti restano uccisi"). Buona l'edizione, non la rilegatura: utili biografia, giudizi critici, cartina geografica; traduzione discutibile talora nella scelta del registro linguistico (numerosi i pleonasmi, specie dei pronomi) e del lessico.
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