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Con una prosa elegante e fantasiosa che si nutre di poesia, humour, esplorazione linguistica e un’intensa osservazione del mondo che ci circonda, in questi trenta brevi testi dedicati alle parti del corpo (dalla testa ai piedi, passando per il collo, l’ombelico e le caviglie) Andrés Neuman si ribella contro la cultura di Photoshop – contro i modelli opprimenti e i ritocchi compulsivi – e in un’epoca di iperesposizione digitale ci sprona a guardarci allo specchio e ammirare gli angoli più periferici della nostra figura, invitandoci a ripensarli sotto una luce del tutto nuova
«Un autore dal talento prodigioso. Libri così stimolanti, colti, umani appaiono solo raramente» - The Independent
Anatomia sensibile è una mappa letteraria che celebra il corpo in tutte le sue forme e un tributo alla bellezza non convenzionale scritto nella forma di un viaggio poetico, politico ed erotico alla scoperta di ciò che siamo veramente. Un libro che racconta come vediamo noi stessi e come ci guardiamo attraverso gli occhi degli altri, proponendo un ideale estetico dissacrante e inclusivo che mira a scardinare i pregiudizi di genere e sull’apparenza.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Neuman non si smentisce mai, anche in questa raccolta di brevi componimenti dedicati al corpo umano riesce a toccare corde profonde con una semplicità disarmante dimostrandosi per l'ennesima volta lo scrittore di grande talento che è.
“Anatomia sensibile” di Andrès Neuman potrei definirla un’antologia poetica dedicata al nostro corpo. Libro davvero originale nel quale ogni capitolo è dedicato ad una parte del corpo umano, anche la più nascosta o forse per qualcuno quella alla quale non si pensa mai per abitudine. Il linguaggio è gentile e fantasioso, le parole sono usate in modo sensibile ed elegante finalizzate a far risaltare una bellezza corporea primitiva ed originale scardinata dai modelli di bellezza odierni.
Recensioni
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Partiamo dalla fine. L’ultimo libro di Andrès Neuman è un’enciclopedia sentimentale del corpo, con qualsiasi dettaglio anatomico, e dello spirito. Nel racconto-capitolo conclusivo, probabilmente l’apice di questi suoi micro brani poetici, dopo aver narrato e illustrato, in modo non convenzionale e con parole sempre nuove, ogni angolo del corpo, anche il più invisibile, Neuman dà corporeità all’anima, con frasi illuminanti, trasformando l’invisibile in visibile, puntando la luce su angoli di noi che diamo per scontati e che spesso scontati non sono.
L’anima esiste proprio come il gomito (flessibile, affilata, poco ovvia) e spunta in modo simile alla lingua (loquace, degustatrice, sfuggente). Si allunga quando lo desidera e si ripiega non appena teme. Per ragioni invisibili, non la si può abbracciare. […] si manifesta laddove nessuno se l’aspetta: un’unghia, la pappagorgia, la rotula. Nelle feste comandate s’inclina verso l’osso sacro, che celebra l’unione del corpo con il suo dorso. […] è nervo, un fascio di impulsi intercomunicanti. Ma anche mucosa, perché protegge il mondo intimo e si annida negli angoli. […] E organo vitale, dedita senza tregua a funzioni primarie per la sopravvivenza. Da ultimo, è cutanea: un mistero che affiora in superficie, un fremito qui e ora.
Chi era rimasto perplesso dalla recente pubblicazione de La vita alla finestra di Neuman, che però è un lavoro giovanile, potrà riconciliarsi con l’autore argentino che vive in Spagna. Neuman, in Anatomia sensibile (107 pagine, 13 euro), tradotto da Silvia Sichel, e pubblicato dalle edizioni Sur, rinnova sensibilità e poesia dell’universo che pian piano ha costruito scrivendo libri. Con grazia instancabile e sguardo giocoso, con padronanza di vari registri stilistici, lontano da qualsiasi cliché e figure retoriche tradizionali, l’autore di Anatomia sensibile celebra la normalità di ogni parte anatomica, di ogni poro quasi, e contemporaneamente il suo essere speciale (spesso portatore di un messaggio sessuale). Così Neuman si trova a scrivere in Occupazioni dell’ombelico: «Forse l’aspetto più nobile della personalità ombelicale consiste nella lanugine millenaria che racchiude. Questo fenomeno di sedimentazione o scorta avvalora il nostro zelo accumulatore. Non c’è niente di trascurabile nella realtà, tutto resta». Oppure in Orecchio chiocciola: «Chiocciola sonora, l’orecchio trasporta la traccia di ogni voce, parola o nota che incontriamo sul cammino. Gli anni lo caricano di ciarpame che ne ostruisce l’acutezza. Per non contribuire al degrado, otorini e liutai concordano sull’importanza di una manutenzione regolare».
Servono un nuovo sguardo sul mondo, un’estetica alternativa sul corpo, in gran parte sconosciuto a noi stessi. Il corpo che celebra Neuman è imperfetto, come quelli della stragrande maggioranza di noi, non deve avere paura del tempo, in barba a uno dei tre eserghi, quello che spiega il funzionamento del software Photoshop. E deve tenere conto di ogni sua parte, anche quelle che sembrano più trascurabili o periferiche, quelle nascoste che magari dal suo punto di vista vanno celebrate, come il gomito (la cui lode si contrappone al biasimo del braccio) o le efelidi («vezzeggiano la spalla, redimono il naso, commentano la schiena; e danno prestigio al décolleté»). In un centinaio di pagine, fra riflessioni e sussulti, Neuman scansa metafore consuete e dà prova di immaginazione e virtuosismo, di fantasia e ironia, dando vita a tanti mini personaggi – nessuno dei quali è superfluo – quanti sono i capitoli. Niente a che fare con certa rappresentazione della bellezza, quella che viene imposta da modelli pubblicitari o cinematografici e, più recentemente, dalla correzione digitale dei social network, dai loro filtri.
Recensione di Micol Treves
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