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André Green. Il potere creativo dell'inconscio
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André Green. Il potere creativo dell'inconscio - Maurizio Balsamo - copertina
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André Green. Il potere creativo dell'inconscio

Descrizione


Il pensiero del più grande studioso del narcisismo e dell’angoscia. Un’analisi più che mai attuale delle nostre fragilità.

“Moi, j’aurais dit plutôt que, Io, avrei detto piuttosto… Così Green iniziava a volte la sua riflessione su di un caso clinico dopo che gliene avevo parlato. Da lì procedeva nell’esplorazione di un’altra linea di pensiero che poteva incrociare o discostarsi da quella che era stata presentata, ma che ben più sostanzialmente tentava di evidenziare la straordinaria arborescenza delle comunicazioni analitiche, la selezione di uno snodo piuttosto che di un altro, non tanto in termini conflittuali quanto in una modalità che mi appariva complementare, attenta agli intrecci, ai rimandi, alle sommersioni e alle riemersioni di un tema nel corso della seduta. Era il suo modo per sottolineare quanto fosse necessario, nella riflessione su una situazione clinica, incrociare la possibilità di un ascolto diverso, aprendosi ad altri vertici osservativi, senza assumerne uno come il definitivo o il più vero, il che a suo giudizio ci permetteva di essere analisti ed evitare di cadere nella solitudine e nella megalomania.” A partire dalla sua esperienza personale al fianco di André Green, Maurizio Balsamo traccia un percorso attraverso la straordinaria avventura umana e intellettuale di uno dei più grandi psicoanalisti del Novecento. Una mappa reticolare del grande “pensatore delle connessioni”, del suo dialogo con Jacques Lacan, Donald Winnicott e Wilfred Bion e dell’esigenza sempre più forte di ricomporre in una feconda rivisitazione le diverse letture dell’opera di Freud.
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Dettagli

2019
10 gennaio 2019
150 p., Brossura
9788807227158

Voce della critica


Follia e psicosi. L’eredità di André Green

Marco Pacioni

Nel Novecento di Eric Hobsbawm, in quel «secolo breve» nel quale il flusso degli eventi sembra sottrarsi a condensazioni in grado di istituire lo spazio che occorre allo storico per raccontare, tocca allo stesso autore costruire tali condensazioni legando insieme elementi antitetici – gli “estremi” cui allude il titolo originale di quel saggio fortunato, The Age of Extremes: il capitalismo con il comunismo, l’«età dell’oro» della ricostruzione economica con la catastrofe della minaccia nucleare.

Le condizioni estreme nelle quali gli eventi sembrano ostacolare la possibilità di tracciare linee di senso sono in certo senso analoghe a quelle in cui la clinica di Freud viene a trovarsi nel trattare la situazione psichica dei traumatizzati della prima guerra mondiale – appunto il conflitto che per Hobsbawm dà inizio allo spasmodico ventesimo secolo. La pulsione di morte che Freud elabora non rivoluziona solo i fondamenti dello psichismo del piacere e dell’autoconservazione che fino ad allora avevano retto la psicologia del profondo, ma anche le condizioni cliniche nelle quali opera l’analista con il paziente. Non solo la teoria psicoanalitica, ma anche la pratica e soprattutto le condizioni teoriche della pratica clinica mutano radicalmente. Da quel momento in poi la psicoanalisi sarà chiamata a costruire su nuove coordinate anche la temporalità e lo spazio in cui andrà a operare: un cronotopo diverso in un contesto storico nel quale proprio l’epocalità e la spazialità entrano in crisi; un compito apparentemente impossibile che merita davvero l’appellativo messianico di «avvenire di un'illusione».

Freud, Klein, Lacan, Bion, Winnicott fra gli altri affronteranno la questione delle conseguenze della «nuova topica» della pulsione di morte sul setting clinico, ma sarà Green a fare di questo un argomento precipuo del discorso psicoanalitico e a offrire soluzioni cruciali e influenti. Soluzioni influenti, ma spesso di non dichiarata provenienza, talvolta attuate con la mano sinistra nella pratica clinica a fronte di critiche ufficiali – rivolte a Green – sul piano della teoria. Finalmente il libro di Maurizio Balsamo, André Green. Il potere creativo dell’inconscio viene a restituirci il percorso greeniano nella maniera che Green stesso ha implicitamente suggerito e cioè come prosecuzione e nuova attuazione delle questioni che lo psicoanalista francese ha posto e in parte lasciato aperto. Non è dunque soltanto per spirito di collana – Eredi – che il libro comincia riportando un frammento di dialogo fra lo stesso Balsamo e Green e con l’enunciazione di un elemento cardine del pensiero greeniano e cioè la necessità di istituire una terza dimensione, tanto spiazzante quanto riordinatrice della dualità precostituita dei soggetti e degli oggetti psicoanalitici. Chiaro indizio questo, della necessità di pensare le stesse condizioni di possibilità dell’analisi all’interno della pratica clinica. A paragone, i risvolti clinici dei discrimini di linguaggio di Lacan appaiono oggi meno rivoluzionari rispetto a quella che potremmo definire come la clinica performativa a oltranza di Green, vero profanatore, tra l’altro, delle dinamiche del transfert e soprattutto del contro-transfert – risorse e non più esclusivamente ostacoli dietro i quali spesso si nasconde l’ego deontologico dell’analista.

Recensione completa su Alfabeta2

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Conosci l'autore

Maurizio Balsamo

Maurizio Balsamo è psichiatra, membro ordinario con funzioni di training della Società psicoanalitica italiana, professore associato in Psicopatologia e Psicoanalisi all’Università di Paris vii. Vive e lavora a Roma. Fra i suoi ultimi libri: Psychanalyse et subjectivité (Éditions Campagne première, 2011) e Libere associazioni? (Franco Angeli, 2011).

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