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recensione di Nancesi, G., L'Indice 1992, n. 9
Attorno alla metà degli anni sessanta in Danimarca alcuni scrittori, tra i quali Hans-Jorgen Nielsen, allontanandosi dai moduli consueti del neorealismo, si avventurano nella sperimentazione di nuove tecniche artistiche producendo opere che si distinguono per un uso più cosciente ed elaborato della lingua e degli strumenti della finzione narrativa. L'attenzione di questi scrittori non si concentra sull'argomento da trattare nel testo ma sul processo stesso della scrittura, focalizzandosi sulla manipolazione linguistica della materia letteraria. A coloro che giudicano impegnata socialmente una letteratura ricalcante la realtà delle umane vicende, scrittori come Nielsen controbattono ponendo al centro di quella realtà la lingua e l'interpretazione del reale che essa ci fornisce, storicamente e socialmente.
Per uno scrittore come Nielsen la lingua non è un mezzo che raggiunge il miglior grado di utilizzazione quando passa inosservato, sacrificandosi alle esigenze dell'argomento trattato; è piuttosto l'oggetto stesso dell'opera il materiale vivo e malleabile che fa sorregge. Si esplorano nuove possibilità creative che la lingua mette a disposizione dell'artista il quale non si lascia più guidare nella stesura dell'opera dalle linee di una prospettiva particolare: non sono i punti di arrivo o di partenza che interessano ma la complessità del percorso che li separa e che può essere colta soltanto in una scomposizione casuale e caotica del reale. Le linee prospettiche si frangono nel gioco di decostruzione dell'esperienza sensibile. Il lettore è chiamato a partecipare all'opera in questo lavoro di montaggio del testo.
Così il lettore di "L'angelo calciatore", romanzo scritto da Nielsen nel 1979, partecipa alla ricostruzione della vicenda umana del narratore, Frands, il quale cerca di metterla per iscritto in un diario giornaliero che va dal 22 settembre al 21 ottobre 1977. Le pagine di questo diario danno al romanzo una dimensione a tratti intima essendo indirizzate da Frands al figlioletto Alexander, avuto con la moglie Katrin dalla quale è ormai irrimediabilmente separato. Katrin vive con un altro uomo ed il rapporto di Frands con il piccolo Alexander è fatto di fine settimana superati faticosamente tra pianti ed incomprensioni, brevi visite che non riescono a legare assieme padre e figlio. La vita di Frands è rimasta segnata da una tragedia di cui è l'unico a conoscere il motivo scatenante: l'amico d'infanzia Frank, divenuto un famoso giocatore di calcio e caduto in miseria in seguito anche ad alcuni investimenti sbagliati, dopo aver abbandonato lo sport per gravi problemi fisici, un giorno uccide la moglie Rita e la figlia per poi suicidarsi. Dietro a questo fatto di sangue non c'è soltanto l'abbrutimento dell'ex calciatore, ma una precisa responsabilità di Frands che questi cerca di cancellare con un tentativo di suicidio, non condotto tuttavia con la necessaria determinazione.
Nel diario che dà la forma a "L'angelo calciatore" Frands cerca di comprendere sino in fondo quali siano le radici in cui poter rintracciare le origini della sua attuale infelice condizione alla luce di ciò che accadde e accade intorno a lui. Tecnicamente Nielsen riesce a rendere arduo il lavoro di ricostruzione che il lettore deve compiere per giungere ad una comprensione totale del romanzo, non soltanto servendosi di cesure improvvise e flash-back che illuminano alternativamente memorie più lontane e più recenti ma anche sorreggendo la narrazione con un unico tempo verbale, il presente, che gli consente di mimetizzare gli imprevedibili salti nel tempo. Il titolo scelto da Nielsen è ispirato dalla fotografia di un goal segnato a Wembley nel 1973 dal giocatore danese Henning Jensen durante una partita che vedeva fronteggiarsi due formazioni atipiche, rappresentanti l'una i nuovi l'altra i vecchi paesi membri della Cee. Nella finzione questo goal è attribuito a Frank e la foto che lo ritrae è per Frands, che ne possiede una copia alla quale è molto affezionato, la cristallizzazione visiva di un momento di altissima intensità, non solo sportiva ma anche spirituale.
Il giocatore che si libra in volo mettendo la palla in rete è un novello Icaro colto nel momento in cui si staglia nitido sopra il terreno di gioco, per un istante vincitore e padrone della legge di gravità, momento che prelude l'attimo fatale in cui, da lì a poco, cadrà pesantemente al suolo sopraffatto dalle leggi dell'universo. Frank discenderà la parabola mitologica del giovane Icaro non soltanto nel gioco ma anche nella vita, distruggendo se stesso e la propria famiglia. I motivi che si intrecciano nel romanzo sono molteplici, dalla crisi del rapporto tra i sessi alla ricerca di una sessualità matura, dal femminismo ai dibattiti inconcludenti di una sinistra in crisi. Si individua però un unico tema centrale: il rapporto tra la storia individuale e la Storia del genere umano, con i suoi modelli e le sue astrazioni teoriche. La crisi di Frands alle prese con la tesi di laurea (una dissertazione storico-sociologica sul club di calcio Avanti Amager) consiste proprio nel non riuscire ad inserire in un discorso teorico la propria vicenda personale le connessioni tra la sua vita e la Storia sono labirintiche, recise da strappi e rotture che il ritmo narrativo del romanzo cerca di rendere in tutta la loro frammentarietà. In un articolo apparso sulla rivista "Kritik" (n. 52, 1979-80, pp. 136-43) lo scrittore precisa di aver attraversato un periodo di crisi durante la stesura del romanzo, crisi che dell'atto creativo è stata un'importante forza motrice ma che era di una natura diversa da quella che affligge il personaggio Frands.
Nielsen afferma di essere riuscito a comprendere la propria condizione sviluppandola in una finzione che si allontanava dalla biografia reale: se si fosse allacciato alla propria realtà avrebbe fallito. Risulta quindi che Frands, risolvendo la propria crisi attraverso il diario, si serve proprio di quello strumento considerato inefficiente da Nielsen, il quale supera la crisi elaborando la propria biografia in una finzione narrativa.
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