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Anno edizione: 2018
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Curiosa di conoscere la storia di Anna Bolena in maniera più dettagliata mi sono avvicinata alla lettura di questo libro ma devo dire che sono rimasta un po' delusa. L'autrice descrive l'ascesa di Anna che da damigella di corte riesce a diventare ella stessa regina per poi finire sul patibolo per volere di suo marito Enrico VIII, accusata di tradimento. La narrazione è abbastanza scorrevole e il libro risulta di facile lettura, ma soprattutto l'ultima parte, quella della condanna a morte, è affrontata dall'autrice in maniera superficiale per cui non riesce a coinvolgere il lettore nel dramma che sta per accadere.
La prima, enorme pecca di un lavoro che pretende di porsi come biografia storicamente attendibile è quella di adottare un approccio non scientifico: non vengono minimamente menzionate le fonti di riferimento - di qualunque genere, siano esse bibliografiche, iconografiche, numismatiche ecc. - né nel testo, né nelle note (inesistenti, a parte due assolutamente inutili, peraltro); inoltre, a fine libro non viene nemmeno fornita la bibliografia di riferimento. Altro punto a sfavore della Erickson è il suo pretenzioso modo di descrivere personaggi ed episodi con un'ostentata sicurezza anche laddove non v'è certezza storica; due esempi per tutti: ad Anna vengono attribuiti un sesto dito della mano destra e una cospicua quantità di nei (definiti all'epoca i "capezzoli del diavolo") su tutto il corpo, dati screditati da quasi tutti gli storici poiché assai probabile frutto della fantasia delle cronache dell'epoca a lei avverse data la sua scomoda posizione politica; il figlio maschio di Maria Bolena, la cui paternità viene qui attribuita a Enrico VIII, mentre i documenti dell'epoca e l'atteggiamento del re nei suoi confronti confermerebbero esattamente l'opposto. La Erickson glissa con troppa leggerezza su problematiche storiografiche che andrebbero analizzate con più cura, in modo più serio e obiettivo, come ci si aspetterebbe dall'opera (teoricamente) scientifica di una storica. Pochi sono i dettagli sull'infanzia della protagonista anche laddove le testimonianze non mancano e il carattere e la psicologia di Anna vengono descritti in modo superficiale e stereotipato, come se l'autrice si limitasse a riportare la pessima reputazione che si trascinava dietro senza indagare (come dovrebbe fare) cosa ci fosse di vero o meno, relegandola così al ruolo di sciacquetta ambiziosa e vuota. Scarsi anche i riferimenti storici e temporali, la narrazione annega in un tempo storico spesso indefinito in cui il lettore si perde facilmente. Il risultato è decisamente povero e deludente.
Libro scritto circa 30 anni fa in stile romanzesco. Siffatta narrazione viene agevolata da una trama ed un personaggio adatti a stimolare l'immaginazione del lettore. Impianto che non consente pero'di qualificare il testo quale"biografia storica" tout court . Contorni fiabeschi vengono attribuiti a colei la cui presenza segno' un solco nella storia della religione cattolica e che influenzo' le scelte di un monarca quale Enrico VIII Tudor . Testo ricco di riferimenti alle vicende politiche dell'epoca , ma non poteva essere diversamente visto il ruolo che Anna Bolena ricopri' a fianco del Re d ' Inghilterra.A volte le descrizioni di episodi od ambienti sono cosi' fantasiose o esaltate nei dettagli che sorge il dubbio in merito alla loro veridicita'. Leggendo il libro si avverte l'organizzazione sociale dell'epoca nella nazione d' Oltremanica;emerge la stridente contrapposizione tra una classe aristocratica piu' ricca di vizi che di virtu' ed una popolazione prigioniera del mito dela Corona e suddita della volonta' del Re. A costui Anna Bolena riusci' a far perdere la testa alimentandone una passione ad alta intensita',consumata nelle stanze reali. A sua volta Anna perse la testa,quando entro le mura della White Tower una lama affilata si abbatte' sul suo collo.D' altronde leggerete come potere, passione, violenza costituiscano un sottofondo permanente nel racconto. Terminato il libro, mi e' nata la curiosita' di approfondire cio' che successe dopo la scomparsa della "decapitata", visto che la figlia di Anna ed Enrico continuo' in qualche modo a scrivere la storia d'Inghilterra. Elisabetta divenne infatti una dei sovrani piu' popolari della storia europea. Ho acquistato qundi "Elisabetta I " - sempre autrice Carolly Erickson- che narra la vita dell' ultima regnante Tudor.
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