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Serie TV singolare, ben diretta e con un buon cast.
Televisione di genere fatta bene, con contenuti, stile, sostanza ed emozioni è possibile in Italia? La risposta è sì se i risultati sono simili a quelli di "Anna". Io non ho letto (ancora) il romanzo di Niccolò Ammaniti ma poco importa poiché un prodotto deve essere valutato a sé. E "Anna", miniserie diretta e sceneggiata dallo stesso Ammaniti funziona. Eccome se funziona! Ben diretto, con un'idea visiva e stilistica (e, perché no, musicale) precisa, un lavoro sugli attori ottima (considerando che il 90% di loro sono ragazzi o bambini, è davvero sorprendente!), un ritmo costante e soprattutto Ammaniti dimostra che un racconto appartenente a un genere specifico (la fantascienza semi-apocalittica stile "L'ombra dello scorpione" o con qualche richiamo a Romero) si può adattare anche a un contesto italiano se lo si fa con consapevolezza e intelligenza. Per certi versi, "Anna" ha qualcosa in comune con la precedente impresa di Ammaniti ovvero "Il Miracolo", prodotto forse non sempre equilibrato ma che ci aveva provato e che a volte sorprendeva lo spettatore. L'unica cosa che potrebbe rovinare questo grande lavoro fatto da Ammaniti e collaboratori sarebbe un proseguimento poiché la miniserie funziona perfettamente così com'è visto che, a conti fatti, "Anna" è un film diviso in parti ma con un inizio, un proseguimento e un epilogo. La narrazione di genere esiste anche in Italia e bisogna valorizzarla quando si può. Non sempre può essere impeccabile (può succedere in qualsiasi contesto geografico e sociale) ma quando ci sono esempi come "Anna", allora è nostro dovere ricordare che persone che vogliono fare davvero televisione di qualità esistono pure nel nostro (relativamente) bel paese.
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