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L' ansia e le fobie. Una prospettiva cognitiva - Aaron T. Beck,Gary Emery,Ruth L. Greenberg - copertina
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L' ansia e le fobie. Una prospettiva cognitiva - Aaron T. Beck,Gary Emery,Ruth L. Greenberg - copertina
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Descrizione


Pochi dei nostri processi psicologici sono coscienti; per la maggior parte sono involontari, e l'operato di tali processi è più che mai evidente nei disturbi da ansia e nelle fobie che ci appaiono tanto irragionevoli. I sintomi dell'ansia, dicono gli autori, sono una manifestazione di meccanismi di sopravvivenza guidati dai processi cognitivi. L'elaborazione dell'informazione sensoriale, che aveva per l'individuo una funzione adattiva e autoprotettiva in circostanze di pericolo, può frustrare i suoi stessi scopi classificando come pericolosi eventi in realtà innocui. In sostanza, si può dire che la genesi di gran parte delle ansie vada rinvenuta nel funzionamento di un sistema, inteso in origine per proteggere l'individuo, che è alla fine diretto in modo da operare contro l'individuo stesso. Nella prima parte del volume Beck offre un quadro ampio e dettagliato di questi disturbi, presentando un modello esplicativo in termini della persistenza di strategie arcaiche messe in atto per fronteggiare minacce fisiche e psicosociali. Nella seconda parte Emery presenta un programma per la cura dei disturbi da ansia e delle fobie basato sul modello teorico sviluppato nella prima parte. In tutto il testo gli autori fanno ricorso ad abbondante materiale clinico per illustrare il processo terapeutico.
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Dettagli

26 settembre 1988
384 p., Brossura
9788834009321

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Un modello cognitivo globale per comprendere e curare i disturbi ansiosi e le fobie. La prima parte offre un quadro assai dettagliato di questi disturbi nel duplice contesto della psicologia cognitiva e della biologia evolutiva. La seconda parte presenta un programma per la cura, basato sul modello teorico sviluppato nella prima parte. Gli autori mostrano come le percezioni distorte di minaccia e pericolo vengano corrette attraverso la ristrutturazione cognitiva, il rilassamento e le tecniche di distrazione, nonché attraverso alcune tecniche comportamentali.

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Voce della critica


scheda di Roccato, P., L'Indice 1989, n. 2

Le concezioni che ritengono i disturbi mentali il risultato di una non integrazione, nell'esperienza attuale, fra emozione e cognizione, possono essere suddivise, grosso modo, in tre grandi gruppi: se ritengono primario un disturbo nell'organizzazione dell'emozione, o un disturbo nell'organizzazione delle cognizioni, oppure un disturbo dell'integrazione. Aaron Beck va da tempo approfondendo lo studio dei disturbi psichici come conseguenti a disturbi cognitivi. Di lui sono noti in Italia "Principi di terapia cognitiva", Astrolabio, Roma 1984; "La depressione", Boringhieri, Torino 1978; e "Terapia cognitiva della depressione", Boringhieri, Torino 1987; ma questo suo ultimo libro è, forse, il più interessante e maturo. Nella prima parte Beck presenta, in modo articolato ed esaustivo, una teoria cognitiva dell'ansia e delle fobie, e nella seconda Emery presenta una conseguente tecnica psicoterapeutica, molto chiara e precisa, di tipo "educativo". In un'epoca in cui tutti, dagli insegnanti ai medici, dai farmacisti ai bidelli, per non parlar degli psicologi, scimmiottando gli psicoanalisti pretendono di ristrutturare l'intera personalità, è da salutare con favore chi persegue, con rigore, obiettivi più limitati, ma precisi e realistici. Tuttavia, nonostante la vastità e la serietà della trattazione (chiara e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, e interessante anche per gli studiosi di diverso indirizzo), il libro sembra avere un respiro un po' angusto, poiché, confondendo "inconscio" con "involontario", non considera l'importanza che la fantasia inconscia ha nel contribuire alla strutturazione del campo cognitivo e, quindi, nel determinare lo specifico "errore".

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