Aperto per inventario

C’è qualcuno che ti guarda dentro, mentre tu vivi e non ci pensi. Qualcuno che ascolta le tue parole, anche quelle che avresti voluto dire e invece no, non hai detto. Del tuo essere sa cogliere i frammenti che a te non sembrano importanti, ma che lui afferra al volo, con mani delicate, nel momento esatto in cui tu li lasci volare via. Tu non lo sai, ma la loro immagine diventerà una pagina di versi: un rettangolo di frasi che, nella parete bianca della carta, aprirà una finestra, discreta e limpida, sul tuo mondo. Se i componimenti di Piergiorgio Viti fossero melodie, si suonerebbero al piano con due dita: le stesse che, ad ogni nota, ti toccherebbero il punto più sensibile del cuore. La loro semplicità è un distillato di silenziosa rivolta diretta, nel contempo, contro la banalità del bene e contro la superfluità del bello. Perché dell’esistenza, se non la consumi a gocce, non potrai avvertire il sapore sottile, diluito dalle lacrime, ravvivato dalle idee impregnate di nebbia e di rugiada. E nulla, neanche ciò che ami alla follia, sarà mai davvero tuo, se non sarà diverso da ogni altra cosa, assolutamente unico, nel modo, originale ed esclusivo, in cui lo vedi tu. Al battito d’ala della poesia altisonante, prova a sostituire un tuo battito di ciglia: sia quella la tua firma sotto ogni ritratto dei tuoi giorni, dei tuoi amori, di ciò che magari ricordi a malapena, però con commozione. Solo allora – se ci riesci – potrai aspirare ad imitare lo stile, sommesso, eppure nitidissimo e potente, di questo straordinario autore.