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Apologia degli academici di Banchi di Roma, contra m. Lodovico Castelvetro da Modena. In forma d'uno spaccio di maestro Pasquino. Con alcune operette, del Predella, del Buratto, di ser Fedocco. In difesa de la seguente canzone del commendatore Anniba - Annibal Caro - copertina
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Apologia degli academici di Banchi di Roma, contra m. Lodovico Castelvetro da Modena. In forma d'uno spaccio di maestro Pasquino. Con alcune operette, del Predella, del Buratto, di ser Fedocco. In difesa de la seguente canzone del commendatore Anniba - Annibal Caro - copertina
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Descrizione


8°, pp. 286, (8), rilegatura coeva in pergamena floscia con restauro all'angolo inferiore del primo piatto. Marca tipografica al frontespizio e in fine: al frontespizio acciarino che ruota su un archibugio  e motto Vim Vi in cornice animata, in fine unicorno che beve da un fiume in cornice figurata con motto Virtus Securitatem parit. L'opera in prima edizione è la risposta di Annibal Caro a Lodovico di Castelvetro che giudicò in modo negativo una sua canzone: Venite all'ombra dè gran gigli d'oro, in quanto, secondo lui poco petrarchesco e dall'argomento deludente. La polemica tra i due fu così aspra che anche Muratori e Leopardi ne scrissero circa 200 anni dopo. Il predella, il Buratto e Ser Fedocco sono tutti preudonimi di Annibale Caro. Minimo segno di tarlo a 4 carte lontano dal testo, per il resto l'esemplare è fresco e ben tenuto

. Buono (Good)
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Dettagli

1558
286, (8) p.
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - In buone condizioni
2570080121981

Conosci l'autore

(Civitanova Marche 1507 - Roma 1566) scrittore italiano. Di povera famiglia, poté tuttavia studiare a Roma e a Firenze; dal 1543 fu legato alla famiglia Farnese e condusse vita tranquilla per lo più a Roma. Nel 1553 ebbe una polemica con L. Castelvetro per questioni letterarie, che si chiuse solo nel 1560; dal 1563 dimorò in una sua villa nei dintorni di Frascati. Dopo aver esordito con la traduzione degli Amori pastorali di Dafni e Cloe (iniziata nel 1537), e con versi d’ispirazione burchiellesca e soprattutto bernesca, C. dette le sue prove maggiori con la commedia Gli straccioni (scritta nel 1544 a istanza di Pier Luigi Farnese e pubblicata nel 1582), di colorito e vivace realismo; con l’Apologia (1558), cardine della sua polemica contro Castelvetro, a difesa dell’invenzione linguistica;...

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