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8°, pp. 286, (8), rilegatura coeva in pergamena floscia con restauro all'angolo inferiore del primo piatto. Marca tipografica al frontespizio e in fine: al frontespizio acciarino che ruota su un archibugio e motto Vim Vi in cornice animata, in fine unicorno che beve da un fiume in cornice figurata con motto Virtus Securitatem parit. L'opera in prima edizione è la risposta di Annibal Caro a Lodovico di Castelvetro che giudicò in modo negativo una sua canzone: Venite all'ombra dè gran gigli d'oro, in quanto, secondo lui poco petrarchesco e dall'argomento deludente. La polemica tra i due fu così aspra che anche Muratori e Leopardi ne scrissero circa 200 anni dopo. Il predella, il Buratto e Ser Fedocco sono tutti preudonimi di Annibale Caro. Minimo segno di tarlo a 4 carte lontano dal testo, per il resto l'esemplare è fresco e ben tenuto
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