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Questo disco di Ivano Fossati è un signor album, non è tra i suoi dischi migliori, comunque contiene ottime canzoni di spessore. La più bella è la splendida Il Battito.
Esistono artisti che riescono comunque sempre spiazzare le attese e uno di questi credo sia Fossati. Un album strano giocoso per lui che l'ha lavorato, non tanto per noi che lo ascoltiamo. Un album sperimentale ma non troppo di certo non mistico. Bisogna evidenziare bene chi sia Fossati, la sua personalità, il suo carisma e contemporaneamente aprire il nostro intimo a cose essenziali e vere prima di mettersi in ascolto di una cosa così intelletualmente lavorata nell'epoca delle cose senza senso e senza gusto che ci sbattono in tv.L'Italia ballerina apprezzerà Fossati e questo album quando sarà troppo tardi.
Non credo alla sacralità di nessun artista. Neppure quando l'artista in questione è Fossati, di cui sono un abnorme estimatore, al punto di considerarlo parte del patrimonio culturale del nostro Paese. Anche lui, evidentemente, può cedere alle lusinghe della "marchetta" (ops, ho scritto una cosa infamante ? eh, ma qualcuno lo dovrà pur dire!) Inoltre detesto scrivere recensioni negative, preferirei parlare solo della musica che mi piace. Ma quando le aspettative sono alte, la delusione può essere proporzionalmente scottante. Quindi, questa volta, mi permetto di essere cattivo nei confronti di questo disco che, in estrema sintesi, trovo semplicemente BRUTTISSIMO. Urge il ritorno alle idee e all'ispirazione, quella vera. Che non significa necessariamente introversione e malinconia - come molti pensano - ma reale desiderio e capacità di esprimere poesia in musica. Per fare un esempio, non mi pare che "700 giorni" sia un disco malinconico; ma quanto genio esprime, quanta luminosità, e quante idee! Urge il ritorno di Quirici alla produzione. O comunque, di qualcuno che sappia far "suonare" le canzoni in modo profondo e intrigante. Ricordate le articolazioni sonore di "Panama e dintorni", "Discanto" e "Macramé", così diverse tra loro e così personali da riflettere alla perfezione lo spirito della musica? Quella è arte della produzione, altro che storie, l'Arcangelo è solo mestiere. Urge, soprattutto, che la gente capisca che il confine tra "leggerezza" e "banalità" è sottilissimo, e questa volta il buon Fossati lo ha abbondantemente superato. In un album così, il testo de "il battito" sembra quasi una presa in giro. Che cosa fa l'autore, predica bene e razzola male ? Insomma: l'Arcangelo lo comprai a scatola chiusa, l'ho ascoltato diverse volte, e ora lo rivendo a pochi euro. Mi succede assai di rado di sbagliare un acquisto discografico, e ammetto che mi bricia un po' :) Spero capiate che la mia non è cattiveria gratuita, credo a quanto ho scritto, anche a costo di suscitare reazioni negative.
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