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Archetipi del 900. Filosofia della prassi e filosofia della realtà - Michele Maggi - copertina
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Archetipi del 900. Filosofia della prassi e filosofia della realtà
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Archetipi del 900. Filosofia della prassi e filosofia della realtà - Michele Maggi - copertina
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Descrizione


La vicenda culturale del novecento è segnata dalla tensione tra due orientamenti fondamentali: da un lato la filosofia come comprensione dell'unità della realtà, riconoscimento di un dato che è di per sé valore; dall'altra l'unificazione come progetto, la filosofia come prassi totale e risolutrice, cui spetta il compimento dei tempi e il trionfo finale sul peso opaco del negativo. È un confronto di archetipi, riaffioranti nella prospettiva di una filosofia integrale, non disciplina particolare, ma concezione della vita e del mondo. La ricerca di nuovi movimenti spirituali, di fedi in grado di corroborare o sostituire quelle storiche, in Italia tende a misurarsi più direttamente con la dimensione statale, dando un rilievo particolare al rapporto tra teoria e politica, tra princìpi e istituzioni, tra filosofia e classe dirigente. Il confronto di filosofia della prassi e filosofia della della realtà trova così nell'esperienza italiana (sulle linee intersecate e divergenti di Croce, di Giovanni Gentile, di Antonio Gramsci) la sua esplicitazione più compiuta ed esemplare.
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Dettagli

2011
18 giugno 2011
228 p., Brossura
9788870886078

Voce della critica


Spesso i libri fatti assemblando saggi pubblicati sparsamente soffrono di disorganicità, ma questo volume costituisce una contravvenzione alla regola per la sua una notevole uniformità. A una lettura d'insieme, le varie indagini particolari si presentano infatti come la messa a fuoco, per approssimazioni successive, di un tema unitario. Articolata soprattutto attorno alle figure di Gramsci e di Croce, l'analisi si presenta come una sorta di serena palinodia del tentativo egemonico che era nei disegni del comunismo italiano. L'indubbio ripensamento dell'autore, però, non si atteggia come un'abiura, dove fermentano umori risentiti, bensì come un tentativo di intendere quella vicenda nel quadro della storia del nostro paese. In tale angolazione interpretativa anche alcuni degli argomenti affrontati, che appartengono a una stagione conclusa per sempre (discussioni sulla storia del marxismo italiano, o sulle interpretazioni di Gramsci), ritrovano un loro senso; parte di un ripensamento nel quale l'autobiografia trova una piena catarsi conoscitiva. Poste tali premesse, risulta quasi naturale che colui il quale, in un celebre giudizio gramsciano, era definito "il reazionario più operoso" diventi una figura esemplare; la filosofia crociana non è vista solo come una costruzione concettuale rigorosa, ma è letta anche come autocoscienza morale dell'Italia. Il senso della pedagogia nazionale che presiedeva all'opera del filosofo viene fatto emergere con un'attenta lettura dei testi in cui la sottigliezza analitica è funzionale alla loro comprensione. Tramontate le magnifiche sorti del moderno principe, il libro è un invito a ripensare la cultura italiana del Novecento in alcuni dei suoi momenti più alti.
Maurizio Griffo  

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Conosci l'autore

Michele Maggi

nato nel 1943, ha insegnato a lungo all’Università di Firenze dove ha concluso l’attività nel 2013 quale professore ordinario di Storia della filosofia politica. Tra i principali studiosi della filosofia del Novecento, ha raccolto suoi saggi nel volume Archetipi del Novecento. Filosofia della prassi e filosofia della realtà, Napoli, 2011. Ha rivolto particolare attenzione alla filosofia e all’opera culturale e civile di Benedetto Croce: La logica di Croce, Napoli, 1984; La filosofia di Benedetto Croce, Firenze, 1989, II ediz. Napoli, 1998; L’Italia che non muore. La politica di Croce nella crisi nazionale, Napoli, 2001. Membro del Comitato scientifico per l’Edizione nazionale delle Opere di Croce, ha scritto il capitolo Benedetto Croce compreso...

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