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Nel 1974 il premio Nobel per la fisiologia e la medicina Karl von Frisch aveva dedicato un libro all'ìarchitettura degli animaliî, in cui descriveva le loro creazioni architettoniche partendo dal gradino pi˘ basso (i protozoi) per giungere alle scimmie antropomorfe, occupandosi principalmente di ìquegli animali che costruiscono, con materiali estranei, o con sostanze che essi producono, edifici delle pi˘ varie formeî. Karl von Frisch aggiungeva nella premessa che ìper comprendere le attivit‡ costruttive degli animali Ë necessario conoscere anche qualcosa sul loro modo di vivere e sul loro comportamentoî, di cui forniva alcune notizie, limitandole all'indispensabile.
Dopo circa trent'anni James L. Gould (esperto di comportamento animale e professore di ecologia e biologia evoluzionistica alla Princeton University) e Carol Grant Gould (giornalista scientifica) riprendono l'argomento: il libro non Ë tuttavia una semplice raccolta di attivit‡ costruttive, ma anche e soprattutto il tentativo sistematico di capire e spiegare perchÈ gli animali costruiscono e quali sono i meccanismi neuronali che presiedono a tali costruzioni.
Per comprendere l'abilit‡ progettuale e le strategie che permettono a creature molto diverse di produrre le strutture tipiche della propria specie, gli autori descrivono molte di queste strutture e i biomateriali, a volte di grande complessit‡, che gli animali usano, e che non sempre trovano l'equivalente tra i prodotti dell'Homo sapiens. Gli esempi citati sono numerosi, e si soffermano sulla seta usata dai ragni per le loro ragnatele o dalle farfalle per i loro bozzoli, per poi passare in rassegna anche i nidi di numerose specie di uccelli e le tane dei castori. Sicuramente l'essere umano ha dimostrato di avere notevoli capacit‡ di costruire manufatti, ma la loro complessit‡, pur cresciuta nel tempo generazione dopo generazione, non Ë oggettivamente paragonabile con quella delle specie animali costruttrici, soprattutto se si considera il rapporto esistente tra le dimensioni del costruttore e quelle di ciÚ che costruisce. La complessit‡ di molte strutture animali Ë tale da incrinare la convinzione che sia l'Homo sapiens il miglior realizzatore di manufatti: Ë sufficiente pensare alle gi‡ ricordate tane dei castori, agli alveari, ai termitai. Questi ultimi, ad esempio, sono strutture perfettamente efficienti, climatizzate e caratterizzate da grande stabilit‡ e solidit‡: la loro altezza (possono arrivare anche a sei metri), fatte le debite proporzioni con le dimensioni di una termite, sarebbe equivalente a quella di grattacieli alti quattro chilometri, ovvero tale da mettere in crisi coloro che hanno progettato i grattacieli pi˘ alti del mondo. Nel regno animale esistono inoltre precisi canoni estetici, che inducono numerosi uccelli a ornare con fiori, piume, piccole ossa e conchiglie i propri nidi, al fine di attirare il partner con il quale perpetuare la specie. Colpisce quindi come certi animali e il maschio della specie umana, pur se dotati di diverse tipologie di intelligenza, alla fine ricorrano agli stessi strumenti per attirare una compagna.
La descrizione delle diverse strutture architettoniche Ë sempre seguita nel libro dalla domanda su come si origini l'intelligenza necessaria per realizzare simili progetti e dal tentativo di risposta. » evidente che gli autori ritengono che dietro a queste costruzioni non si nasconda un disegno dovuto a una mente cosciente, ma un programma predefinito, e che le abilit‡ messe in atto siano dovute a una sorta di ìpilota automaticoî di cui questi animali sono dotati: quello che gi‡ von Kirsch definiva ìcontinua forza delle leggi vitaliî.
L'evoluzione ha permesso agli animali-architetti di migliorare costantemente le proprie abilit‡ grazie alla selezione cui Ë stato sottoposto il programma genetico comprendente il loro ìpilota automaticoî, e ciÚ potrebbe spiegare gli incredibili risultati raggiunti. Se si conduce una comparazione con la nostra specie, Ë interessante notare come a noi, in base alla libera scelta, sia stata permessa la costruzione di oggetti complessi grazie al trasferimento di abilit‡ da una generazione all'altra per mezzo dell'ereditariet‡ e della memoria culturale: quest'ultima, tuttavia, non Ë stabile ma volatile, mentre per gli animali queste abilit‡ sono definite a priori, non modificabili, stabilmente scritte nel genoma, e per questo selezionate da milioni di anni.
Paolo Gislimberti
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