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Architetture Lucca (2011). Vol. 10 - copertina
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Descrizione


Riformulo l'editoriale scritto per un secondo volume sul tema del cimitero realizzato dalla redazione della rivista della testata di Parma. Il volume affronta il tema, a differenza di questo numero di Architetture Lucca che è un semplice osservatorio, ripartendo dalla analisi delle architetture di raffigurazione della morte, dei contenitori della memoria della comunità urbana. Il presupposto fondamentale degli autori è che il cimitero sia occasione per disegnare una città dei morti, proponendosi come metafora di una diversa città dei vivi o, comunque, con l'intento di esprimerne una critica. Il progetto di architettura riassimila o può riassimilare lo spazio della morte nella vita urbana, ristabilisce una continuità fra cimitero e insediamento umano, presupponendo che la morte sia ancora significata, una realtà accettata sulla quale sia possibile dare una risposta; comunque non una realtà evitata. Il cimitero può reincorporarsi alla città che deve accettarne la presenza in coabitazione; la morte anziché esorcizzata è considerata, il cimitero non è luogo di orrori ma luogo di realtà. Anzi, può divenire un museo digitale, capace di estendersi all'infinito mantenendo le tracce delle continue trasformazioni attraverso il trasferimento della memoria costruita del cimitero fisico. L'ipertesto multimediale dà la possibilità di ricostruire i legami tra i molteplici valori del cimitero, mentre la rappresentazione digitale permette la restituzione del rilievo dell'Ottagono Monumentale, e "diventa uno strumento di visualizzazione dello spazio mentale dove ognuno può ricostruire a modo suo le molteplici relazioni della memoria e il continuo riflesso tra la città dei morti e quella dei vivi". Quanto illustrato nel volume citato costituisce un contributo sostanziale per la consapevolezza della città perduta ed ai significati dell'architettura dei cimiteri, così come questo numero della rivista di Lucca offre una visione attuale di quanto si sia edificato in una provincia media italiana. Pubblicazioni su un argomento così essenziale, ma oggi sempre più ostentato, credo siano importanti. Perché, oltre che offrire una riprogettazione totale dei nuovi spazi della città dei morti nell'ambito dello sviluppo urbano, è soprattutto necessario agire culturalmente in rapporto alla convinzione negativa, ma sempre più diffusa delle nuove generazioni, che sia meglio dare alla vita terrena ogni significato e valore. Scopo dell'esistenza è vivere "alla grande", "bruciando" tutto subito, giorno per giorno e non interrogandosi sul "dopo". Perché non solo non esiste la vita eterna ma non esiste più nemmeno il ricordo. Il ricordo, quando c'è, dura solo un giorno. È impossibile per noi scrivere la storia. Non abbiamo un futuro certo e di speranza. Non crediamo più nella tecnologia e pensiamo che l'uomo non possa controllare gli eventi naturali. E il concetto di memoria non esiste più. Per questo dobbiamo ricomporre la speranza con ogni strumento possibile. Roberto Pasqualetti
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2011
1 giugno 2011
Periodico
88 p.
9788846730237
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