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Questo film del 1956 del regista giapponese Kon Ichikawa è un autentico inno alla pace tra i popoli anche tra gli invasori e gli invasi nelle cosiddette guerre difensive così alla page oggi, e questo nonostante la scarsità dei mezzi e la ovvia tutela americana sulla cultura del Giappone ancora occupato. E soprattutto una bellissima esposizione con mezzi artistici del concetto di compassione buddista molto vicino ma diverso della misericordia cristiana. Il Male è atroce è inspiegabile ma se produce una goccia di compassione è un po' meno assurdo, questo potrebbe essere il senso di questo capolavoro.
E' un film pacifista intriso di spiritualità orientale che mi è parso senz'altro molto poetico. Chi desidera vederlo deve essere consapevole che si tratta di un film del 1956 in bianco e nero e con un audio piuttosto scadente: è un vero peccato che non venga restaurato. Tuttavia nella sceneggiatura ho riscontrato alcune pecche e incongruenze. Ad esempio il funerale del soldato giapponese con rito cristiano e croce sulla tomba; mi chiedo: era forse di religione cristiana? Ancora, la vecchietta interpretata da un'attrice troppo giovane per poter essere credibile nel ruolo: perché non scegliere un'attrice più anziana?. Tutto ciò è dovuto probabilmente agli scarsi mezzi a disposizione del regista all'epoca. Inoltre, non so fino a che punto il film rappresenti fedelmente l'etica giapponese circa il tema della "sconfitta" - sull'argomento consiglio la lettura del celebre libro di Ivan Morris: infatti la trama non mi ha trasmesso la caratteristica eroicità tragica degli sconfitti nipponici. Mi è parso piuttosto un film desideroso di " fare ammenda" per le colpe giapponesi e ammiccante verso i vincitori: le truppe inglesi sono rappresentate con voluta benevolenza. D'altronde si tratta di un film prodotto a distanza di circa dieci anni dalla resa e il Giappone subì un vero e proprio "lavaggio culturale" da cui uscì profondamente trasformato e occidentalizzato. Così come l'Italia, con il cinema del neorealismo, anche il Giappone vede spesso rappresentati, nella cinematografia del periodo, tutte le tristi stimmate del perdente che in questo film si rivestono tuttavia di poesia e religiosità.
film bellissimo piango tutte le volte che vedo il finale il mio film del cuore
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