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Recensioni L' arringa di un pazzo

L' arringa di un pazzo di August Strindberg
Recensioni: 4/5

«Questo è un libro atroce» sin dalla prima riga della sua Prefazione, che concluderà chiedendo al lettore di essere lui a emettere la sentenza, una volta che avrà acquisito una esatta «conoscenza dei fatti».

«Possibile che non fossi pazzo, che non fossi mai stato ammalato, mai stato un degenerato? Possibile che fossi, molto semplicemente, un allocco, vittima di un'adescatrice che amavo e che con le sue forbicine da ricamo avrebbe tagliato i boccoli di Sansone mentre questi riposava la testa gravata da tante fatiche e preoccupazioni sostenute per il bene della moglie e dei figli? Fiducioso e lontano da ogni sospetto, in quel decennale sonno fra le braccia dell'ammaliatrice costui avrebbe perduto l'onore, la virilità, la voglia di vivere, l'intelligenza, i cinque sensi e altro ancora! Possibile - mi vergognavo al solo pensarlo - che tutta questa nebbia in cui vago da anni come un fantasma celi un delitto? Un delitto piccolissimo, commesso inconsapevolmente, nato da un'indefinita sete di potere, dall'inconfessata brama della donna di sopraffare il maschio in quel duello che va sotto il nome di matrimonio!»

Due libri, nella seconda metà dell'Ottocento, hanno scoperchiato la pentola dei rapporti sessuali e sentimentali con una immediatezza inaudita: La sonata a Kreutzer di Tolstoj e L'arringa di un pazzo di Strindberg, cronaca surriscaldata, irta, lacerante dell'attrazione-repulsione fra un uomo, Strindberg stesso, e sua moglie Siri von Essen. È l'autore, del resto, ad affermare «Questo è un libro atroce» sin dalla prima riga della sua Prefazione, che concluderà chiedendo al lettore di essere lui a emettere la sentenza, una volta che avrà acquisito una esatta «conoscenza dei fatti» – quella che gli sarà fornita dalle pagine che seguiranno: una fervida arringa, appunto, che è insieme feroce atto di accusa e veemente autodifesa. I «fatti» esposti sono una esaltata passione amorosa, prima, e un inferno matrimoniale, poi, indagati e ricostruiti con ossessiva precisione, e con furibonda impudicizia. Questo libro, in cui il rapporto fra i sessi viene narrato e anatomizzato come una lotta a morte per la sopraffazione – e la cui prima edizione a stampa, per quanto edulcorata e smussata dal traduttore tedesco, subì un processo per oscenità –, non ha perso un grammo del suo carattere estremo, urtante, angosciosamente veritiero.)
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