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L' arte dell'intrusione - Kevin D. Mitnick - copertina
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L' arte dell'intrusione - Kevin D. Mitnick - copertina
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Descrizione


Mitnick offre con questo libro un sequel a "L'arte dell'inganno", questa volta intervistando una serie di gruppi hacker che hanno messo in atto alcune delle intrusioni più incredibili degli ultimi anni. Ogni capitolo (dieci in totale) si apre con una "computer crime story" che si legge come un romanzo. Certo, è sicuramente sconcertante capire quanto sia vulnerabile il proprio conto in banca o vedere all'opera un gruppo di hacker innamorati del gioco d'azzardo che in pochi minuti fanno man bassa delle slot machine. Nel raccontare queste storie, Mitnick illustra minuziosamente i passi tecnici utilizzati nel mettere a segno i diversi colpi.
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Dettagli

2006
15 maggio 2006
289 p., Brossura
9788807171222

La recensione di IBS

Agli hacker, giovani e meno giovani, piace gareggiare tra loro e i loro trofei più ambiti sono i sistemi di sicurezza informatica delle grandi aziende o quelli personali. Con i pirati informatici, verificare la buona fede non è affatto semplice. Molte delle persone le cui storie sono raccontate in questo libro verrebbero incriminate penalmente se si potesse risalire alla loro identità. Lo sa bene Kevin D. Mitnick che, con questo nuovo saggio, prosegue il viaggio iniziato nel 2003 con L'arte dell'inganno e si affida alle interviste a ex pirati di sistemi informatici per rivelarne le tecniche, e per spingere la società a considerarne i rischi e le minacce da essi poste.
Grazie a quest'idea di Mitnick (e del suo collaboratore William L. Simon) ci imbattiamo così in una serie di avventure affascinanti e realmente accadute. Si inizia con quella dei tre programmatori che entrarono nel software delle macchine da gioco di Las Vegas e riuscirono ad hackerare i casinò per un milione di dollari grazie a una tecnica che per tre anni ha permesso loro di truccare le giocate di slot machine e videopoker. Più inquietante è la vicenda di Khalid che nel 1998 reclutava hacker perché entrassero nei siti militari e del governo Usa, i siti .gov e .mil, "sniffassero" password segrete, o perché intercettassero i database segreti di note compagnie aeree. Si definiva (prima dell'11 settembre) un collaboratore di combattenti pakistani. E anche quella vicenda finì con indagini di alto livello da parte dell'Fbi e con arresti.
Gli attacchi ai sistemi arrivano spesso da nemici interni, gli insider, come il caso dei due detenuti Danny e William che, utilizzando nomi degli utenti e password del personale, si collegavano in dial-up alle linee interne di una prigione del Texas e al server di altri uffici, finendo per avere una vietatissima connessione a internet tramite gli uffici penitenziari per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Vi sono poi le storie di phreaking, l'hackeraggio di una rete telefonica che consente di telefonare in qualsiasi parte del mondo a spese della compagnia danneggiata, grazie alla riprogrammazione dei servizi telefonici.
Un saggio stuzzicante che mostra anche la vulnerabilità dei sistemi informatici delle banche e dei programmi che dovrebbero proteggere la proprietà intellettuale; un libro che svela l'altra faccia dell'hacker, quella buona, quando l'intruso trova il punto debole nella sicurezza di un'organizzazione e lo comunica. Esistono questi rari casi di "Robin Hood dell'hacking" che hanno violato i siti di grandi multinazionali e noti quotidiani, poi svelando le falle di proxy server mal configurati. Un libro sconvolgente, non a caso scritto dal più abile (ex) hacker del mondo, che ci introduce agli aspetti più nascosti del mondo informatico.

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Conosci l'autore

Kevin D. Mitnick

Kevin D. Mitnick è ritenuto il più abile hacker del mondo. È stato confinato per molto tempo agli arresti domiciliari con l'incredibile divieto di collegarsi alla rete e usare il computer. La sua prima violazione della rete militare del North American Defense Command (NORAD) risale al 1982, e ispirò la sceneggiatura del film War Games. Nel 1992 si diede alla clandestinità dopo aver attaccato il sistema di voice-mail della Pacific Bell, una delle maggiori telco del mondo. Sotto lo psedudonimo di "Condor" continuò ad hackerare, colpendo tra gli altri i sistemi di Motorola, Nokia, Fujitsu, Novell, Nec, Colorado SuperNet, Sun Microsystems e della University of Southern California, causando danni per 80 milioni di dollari. È stato arrestato nel 1995...

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