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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2003
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Cosa c'è dietro l'omicidio, avvenuto alla fine del Bloomsday, di Kevin Coyle, letterato esperto nell'opera di Joyce? È quello che il capo della squadra omicidi, Peter McGarr, deve scoprire in questo libro. E dire che McGarr, pur essendo dublinese dalla testa ai piedi, non ha mai letto l'Ulisse... Come avrete intuito, la vera protagonista di questo giallo è Dublino. La Dublino della fine degli anni '80, per la precisione (il libro è del 1989), che immagino essere molto diversa da quella odierna diventata improvvisamente ricca; gli omicidi magari non sono cambiati più di tanto, ma di famiglie con dieci figli in dodici anni non ce ne sono più tante. La descrizione dei luoghi, soprattutto nei primi capitoli, è così dettagliata da risultare un po' stucchevole, e ci sono alcuni brani - per esempio la parte iniziale con la descrizione della famiglia di Coyle - che sembrano essere buttati lì un po' a caso senza avere alcuna attinenza con il resto della storia. Superate le prime cinquanta pagine, però, la trama migliora indubbiamente, e la lettura si fa molto più scorrevole e piacevole: non sarà insomma un capolavoro, ma non è nemmeno da buttare via, soprattutto per chi ama la letteratura irlandese del '900 e si ritrova nelle diversità di stile tra Joyce e Beckett. Al limite ci si può lamentare perché il titolo, davvero bello, farebbe sperare in qualcosa di più! La traduzione in genere è chiara, tranne che nel penultimo capitolo dove uno un po' disattento si perde tra i personaggi. Verso metà libro, però, Gianna Lonza si dev'essere messa a sonnecchiare: a pagina 117 abbiamo "sessant'anni e dispari" ("sixty years and odd"?) invece che "sessant'anni e rotti", e a pagina 120 un "punto alla fine di un periodo" ("period"?) è presumibilmente alla fine di "una frase". A pagina 192 poi si continua a parlare di cibo "organico", quando "organic" sta per "biologico" (e le battute sarebbero venute ancora meglio con la traduzione corretta).
Un bel giallo letterario, ben costruito. Gli scorci di Dublino sono molto pittoreschi e i riferimenti letterari interessanti. Purtroppo non conosco abbastanza bene l'opera di Joyce per poterli apprezzare in pieno, ma questo non mi ha precluso di gustare il romanzo.
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