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L' attore - Mario Soldati - copertina
L' attore - Mario Soldati - 2
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attore

Descrizione


Romanzo Premio Campiello 1970, amatissimo dal pubblico e ampiamente lodato dalla critica, ''L'attore'' è senza dubbio l'opera di maggior successo di Soldati

Al centro della vicenda, realistica e allo stesso tempo singolare e imprevedibile, è Enzo Melchiorri, vecchio caratterista senza lavoro alle prese con i debiti causati dal vizio del gioco della moglie Licia. Implicato in una serie di ricatti, si rivolge a un vecchio amico regista sperando grazie a lui di trovare un impiego. La trama, ricca di personaggi inquietanti, tra cui la domestica Giovanna e un faccendiere determinato ad allontanare i due vecchi amici, getta luce su un interno famigliare avvolto in una rete ambigua di inganni e seduzioni, sacrifici e tormenti. Tra una villetta liberty di Bordighera, i casinò della Costa Azzurra e la Roma delle classi abbienti e della burocrazia Rai, la narrazione miscela con sapienza azione e suspense, regalandoci una vivace descrizione dell'Italia del boom, di una borghesia in declino e in mutazione.
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Dettagli

2017
Tascabile
27 settembre 2017
240 p., Brossura
9788845293948

Valutazioni e recensioni

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La scrittura di Soldati, arrivata direttamente dagli anni ’70 del secolo scorso, sa affascinare per la sua scrittura pulita e ricca, di un’eleganza solida e senza cenni superflui, e che passa con naturalezza dalla pura narrazione della storia all’analisi dei personaggi, degli avvenimenti, del quadro sociale. Ci porta nei lati nascosti e privati del mondo dello spettacolo di cui anche lui - personalità assai eclettica - ha fatto parte, offrendoci profili umani patetici, deboli o scaltri che siano, e in tutto ciò si spinge ad osservare nel dettaglio l’origine di questa loro mediocrità il senso che ne traggono non volendosene affrancare. Perciò mette un altro mondo in relazione con quello dell’attore, ovvero quello del gioco d’azzardo, dei Casinò, della passione per le donne. Sceglie forse i vizi più emblematici e distruttivi di quegli anni. E dall’analisi di questa contestualizzazione nasce un’acuta riflessione sui meccanismi e su ciò che li muove. Non smitizza l’immagine dell’artista, che resta l’icona dei suoi ammiratori, e dei quali conserva il rispetto per il loro valore professionale, ma in qualche maniera la umanizza. Non lo scredita e non lo giustifica, ma lascia che a parlare siano i fatti e il contesto sociale e storico in cui avvengono.

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Claudio
Recensioni: 4/5

Enzo Melchiorri è un uomo di terza età e senza lavoro che ha un passato, di poco richiamo magari ma del tutto dignitoso, come caratterista e attore. Fuori dal giro che "conta" ormai da anni, si trova nella disperata necessità di denaro, per far fronte ad una situazione famigliare assai difficile. Vive con la moglie e la domestica in una villa a Bordighera, ed i debiti di gioco della signora Licia Melchiorri sembrano essere la causa prima del tracollo finanziario dell'artista. Sulla sua strada, il Melchiorri incontra, o sarebbe meglio dire, reincontra, un amico, un collega che non vedeva da anni, al quale anni prima Enzo aveva prestato una grossa somma, senza chiedere nulla in cambio. Questo amico, voce narrante del romanzo, sarà coinvolto in maniera sostanziale nella storia, e ne contribuirà a determinare gli sviluppi. Da questo momento la trama de: "L'attore" si snoda tortuosa sotto continui mutamenti di scena e con l'inserimento graduale di personaggi inquietanti, tra cui il faccendiere Nicky Argenta, il quale ha tutto gli interesse a riallontanare i due vecchi compari, e persino la domestica Giovanna, il cui ruolo incrementerà insospettabilmente di spessore nel corso della narrazione. Nel frattempo si varca il confine e ci trova immersi nell'atmosfera affettata ed elitaria dei casinò della Cote D'Azur, per poi tornare in patria, nella Roma simbolo del boom economico, dove tra le classi più abbienti si celano storie di malvezzi assortiti. la vicenda si contornerà di risvolti anche tragici, guidando il lettore verso un finale che forse non ci si aspetterebbe, ma perfettamente in linea col cupo senso di fatalismo, di ineluttabilità che pervade l’opera intera.

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Mario Soldati

1906, Torino

Scrittore e regista italiano, Mario Soldati, dopo avere insegnato negli Stati Uniti, torna in Italia nel 1931 e intraprende la carriera di scrittore e di sceneggiatore (collabora alla stesura delle commedie La tavola dei poveri, 1932, di A. Blasetti e Il signor Max, 1937, di M. Camerini). Dopo alcune coregie, debutta da solo dietro la mdp con Dora Nelson (1939), sofisticato esempio di cinema dei «telefoni bianchi». Il suo cinema è ricco dal punto di vista figurativo e si distingue da buona parte delle produzioni italiane del periodo per la ferma attenzione che il regista pone al paesaggio, da lui visto non come parte ma come sostanza del racconto: in questo senso due opere come Piccolo mondo antico (1941) e Malombra (1942) rappresentano le vette di quel cinema poetico e...

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