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Anno edizione: 2024
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Autoritratto è un libro fondamentale per come si scrive d’arte, ma è anche il preambolo della pratica dell’ascolto che rivoluzionerà il femminismo di Carla Lonzi e rappresenta un documento inestimabile per chi vuole esplorare la zona di contatto in cui la teoria, dissolta in qualcosa di nuovo, si fa anche letteratura.
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Autoritratto fu pubblicato per la prima volta nel 1969, data che rappresenta un momento fondamentale nella vita di Carla Lonzi, (1931-1982), “la pensatrice femminista più amata al mondo.” Il suo libro più importante, Sputiamo su Hegel, è un testo di fondamentale importanza per chi voglia approcciarsi alle radici del femminismo e a quel distacco dal sistema patriarcale e dal suo conseguente riconoscimento come veleno per qualsiasi sistema di libertà. Il discorso sull’arte che Carla Lonzi affronta in questo libro è così reale da diventare terribile. È così vicino alle cose che accadono oggi, e così stranamente premonitore di tutto ciò che è accaduto alla cultura e alla società. Carla si è avvicinata all’arte perché sentiva dentro se stessa un bisogno esistenziale, una ricerca insista nell’animo umano che le poneva delle domande ed esigeva risposte in giro per il mondo. Ho trovato una delle sue riflessioni molto attuale. Quando un artista viene criticato e magari giudicato come mediocre, lui può fregarsene quanto vuole, ma in qualche modo quel giudizio influenzerà la sua vita e lo condizionerà in un modo o nell’altro. La critica, il giudizio, il semplice commento esercita un gioco di Potere che sembra banale, approssimativo, quasi scontato, persino dovuto, ma è una manifestazione di controllo e di presa di posizione su qualcosa che essendo in sé arte, non dovrebbe avere. Ci sono artisti che non si sono più ripresi dai giudizi negativi e che hanno vissuto la loro vita in modo tragico come conseguenza di tali atti. Quanti pittori, scrittori, artisti hanno patito la povertà e la fame perché incompresi? O giudicati secondo la moda o il sistema di potere del tempo? Ciò che disturba di più, è che oggi vieni criticato e domani, “quando un sistema di circostanze esterne è maturato” all’improvviso diventi un grande artista. Però, magari, nel frattempo ti sei distrutto. O sei morto. Ah, ma tante grazie, eh.
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