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Con il suggestivo titolo Autunno veneziano, su di una riproduzione di un quadro, Terese time, del pittore anglo veneziano Nicholas Herdon, Andrea Frova e Mariapiera Marenzana offrono al lettore una Fantasia su temi di Vivaldi (Edizioni Efesto, Roma 2019), suggerendo, con il ritratto di una città gloriosa e del suo grande artista, il “Prete Rosso” Antonio Vivaldi, la chiave d’ interpretazione della loro opera, che coniuga, al modo libero della fantasia musicale, storia ed invenzione. Vivaldi, compositore caro a quanti amano la musica e che ha accompagnato mirabilmente molte stagioni della nostra vita, è il protagonista di un romanzo che, dalla formazione infantile e adolescenziale alla piena e solare maturità, dal successo alla triste e solitaria fine in Austria, narra e interpreta le vicende di una vita ricca e varia, dipingendo un quadro animato e assai suggestivo di un’epoca, quale fu il Settecento, e di una città vivace e spregiudicata e di uno dei suoi più originali interpreti. Pregio degli autori è aver saputo unire documenti storici e immaginazione, segnalata anche nell’Indice dei personaggi, facendo rivivere i primi, sottraendoli all’oblio degli archivi e interpretandoli con verosimiglianza. Di più, hanno scelto di dare alla storia appassionante di Vivaldi e del suo mondo una veste linguistica venata da forme dell’italiano settecentesco, quello che ci ha donato Goldoni nelle sue commedie, con rapidi innesti in dialetto veneziano (proverbi per lo più e modi di dire). Ne deriva un tessuto vario, elegante e molto musicale, consono al protagonista. Ma la varietà è presente nel corso del racconto per un’alternanza, assai ben impostata e condotta magistralmente, tra punti di vista diversi, che reggono anche la struttura dell’opera e la suddivisione dei capitoli. Il percorso che ne consegue è in parte autobiografico e in parte a focalizzazione esterna, grazie all’invall’invenzione di un narratore, il patrizio veneziano Francesco Corner, chimico e esperto di vetri
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