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scheda di Marconi, S., L'Indice 1998, n.11
Casanova nel Settecento girava l'Europa correndo dietro a donne denari e avventure. Poco più tardi Da Ponte attraversava l'oceano dopo aver peregrinato (anche lui) per tutto il vecchio continente. Come "avventurieri" sono spesso stati qualificati personaggi di questo genere, in particolar modo del XVIII secolo. Raramente però si trattava di donne; le "avventure" sono - per le donne - molto più pericolose: rischiano di far smarrire quell'onore che è per loro essenziale conservare e che, si sa, una volta perso si ritrova a fatica. Graziosi, che da più di dieci anni si occupa di letteratura sei-settecentesca e di scrittura e modelli femminili, tenta di recuperare le tracce di due contesse bolognesi la cui colpa è stata quella di non aver prestato troppa attenzione al proprio onore. Racconta vicende familiari intricatissime e a loro volta avventurose, tratteggia un panorama complesso, fatto di intrighi politici, matrimoni riparatori, fughe d'amore, risse e processi: e su questo sfondo presenta due donne-poetesse vissute tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento, della cui produzione conosciamo pochissimo ma di cui il poco che abbiamo ci fa intravedere delle qualità che non tutti gli autori ben più pubblicati potevano vantare. L'esclusione dalla storia letteraria tanto di Cristina di Northumberland Paleotti quanto di Teresa Zani sembrerebbe infatti non doversi attribuire allo scarso valore delle loro opere, bensì alla censura che i contemporanei avevano decretato nei loro confronti per colpire un'indipendenza dai canoni di comportamento che pareva inaccettabile. Riscoprire le loro voci può servire quindi a ricostruire quale fosse realmente il fenomeno della scrittura femminile nella Bologna del Sei-Settecento, arricchendo così la nostra idea di quegli anni e violando "quel solito silenzio anche troppo profondo cui paiono condannate le donne del passato".
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