Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 14 liste dei desideri
Aziyadé
Disponibile in 5 giorni lavorativi
11,40 €
-5% 12,00 €
11,40 € 12,00 € -5%
Disp. in 5 gg lavorativi
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
11,40 € Spedizione gratuita
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
12,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
12,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libraccio
6,60 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
11,40 € Spedizione gratuita
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
12,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
12,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
12,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
6,60 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Chiudi
Aziyadé - Pierre Loti - copertina
Chiudi
Aziyadé

Descrizione


Salonicco, primavera 1876. Passeggiando per la città, il tenente della marina inglese Loti incrocia per caso, dietro le grate di un harem, lo sguardo di una splendida ragazza circassa, di nome Aziyadé. Un vagabondo ebreo lo aiuta a conoscerla, e i due giovani intrecciano una tenera passione clandestina. Nel giro di poco però la nave su cui il tenente presta servizio deve salpare e Loti si reca a Istanbul, dove comincia una nuova vita, calandosi nella magica atmosfera dell'antica capitale d'Oriente. Sarà lì che Aziyadé lo raggiungerà, per tornare a vivere insieme a lui le notti, fino a quando un'inesorabile guerra verrà a separare di nuovo i loro destini.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2013
27 febbraio 2013
224 p., Brossura
9788863931044

Valutazioni e recensioni

3/5
Recensioni: 3/5
(1)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Renato
Recensioni: 3/5
Esotico

Divagazioni a cui Pierre Loti ci ha spesso abituato. Ha un suo fascino.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

3/5
Recensioni: 3/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(0)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

  Aziyadé, primo tra i romanzi di Pierre Loti per cronologia (1879) e forse per valore, è la storia d'amore fra un tenente della marina inglese e una giovane circassa, consorte-schiava di un dignitario turco. La vicenda nasce a Salonicco, si sviluppa nei dedali di una Stambul conosciuta dall'autore palmo a palmo (l'esotismo è compiaciuto ma di prima mano) e si conclude poi tragicamente: la scoperta dell'adulterio sarà fatale ad Aziyadé, e l'ufficiale sceglierà la morte difendendo la Turchia nella guerra contro la Russia. L'opera uscì anonima e più che un romanzo voleva essere una ricostruzione postuma di diari e lettere dello sventurato protagonista (il vecchio espediente del Werther, le carte pietosamente raccolte da un amico). Il neo-scrittore Julien Viaud non adotta ancora lo pseudonimo di Pierre Loti (lo farà a partire dal suo terzo romanzo), ma l'ufficiale certamente autobiografico, anche se "britannizzato", di Aziyadé anticipa il suo stesso autore e si chiama con il soprannome tahitiano Loti: gioco di specchi in cui è palese la vocazione al depistaggio. La Turchia è per Loti il luogo per realizzare una sospirata "vita di piaceri", tendenzialmente trasgressivi, che è tutt'uno con i suoi amati paludamenti (l'adozione sia del vestiario orientale che della lingua locale e persino dell'onomastica: Viaud-Loti si trasforma ancora in Arif). La vecchia Europa è abbandonata per un Oriente arcaicizzante e quasi mitico; il Loti di Aziyadé rinnega la morale cristiana ("Non conosco nulla di altrettanto, vano, menzognero inammissibile"); irride quali "facezie" tutte le cose "serie" e soprattutto la politica (giudica peraltro una rovina per la Turchia la nuova Costituzione liberaleggiante concessa dal sultano); e in un'unica avversione mette insieme "l'orrore di ogni scienza" e l'odio per "tutti i doveri convenzionali, tutti gli obblighi sociali dei nostri paesi occidentali". Per "riempire il vuoto spaventoso" della vita" ecco appunto i piaceri: non solo la sottomessa Aziyadé, icona sublimatrice, ma, in filigrana, la "spenta dissolutezza" che lo trattiene per le strade fino al mattino e che ha già il suo vero nome nella descrizione di Salonicco ("I suoi minareti parevano un mucchio di vecchie candele, posate su una città sporca e nera dove fioriscono i vizi di Sodoma"). Come spiegarsi che a un tale immoraliste non si volse mai la vigile censura borghese (la stessa che andò perseguitando prima Baudelaire e Flaubert, poi Zola) ma anzi a lui si aprissero le porte delle biblioteche di famiglia e dell'Académie Française? A parte vecchie indulgenze per la tipologia del "giramondo", c'è una risposta d'ordine stilistico. La scrittura lotiana è infatti maestra assoluta di leggerezza e ambiguità: sia che accenni alla "grande douceur" del fedele Samuel o agli inequivocabili ritrovi con adolescenti turchi, l'arte è quella della sospensione, della dissolvenza, della soglia perenne; se anche si spinge a un inciso ammiccante ("Dans le vieil Orient tout est possible!") è sempre con immancabile vaghezza (sarà per questa impalpabilità semantica che Mallarmé definiva Loti "exquis"?). Nel suo discorso di recezione tra gli Immortels, Loti, in polemica con le sirene del naturalismo e del romanzo psicologico, aveva rivendicato la vocazione per opere "in cui non succede nulla" (e difatti: dove sono in Aziyadé i vari escamotages clandestini che sempre si legano agli harem?). Ed è in questo nulla, in questa stasi compiaciuta e paga di sé (fatta, come osserverà Roland Barthes, di continue osservazioni meteorologiche o descrizioni di abiti) che anche le asserzioni anti-sociali e ateologiche, quasi nietzschiane e probabilmente forti in altri contesti, si stemperano in superfici sintattiche senza spessori, puntilliste ante litteram: i numerosissimi lettori d'ogni rango sociale non vi ravvisarono mai nulla di maudit. Aver svecchiato i fondali esotici con un moderno prevalere del significante (che "non è mai fuori moda", lo ricorda ancora Barthes) è merito tardivamente riscoperto negli ultimi decenni (basti guardare alla nuova proliferazione di titoli lotiani in Francia). Il citato saggio di Barthes fu scritto per la bella edizione di Aziyadé pubblicata da Ricci nel 1971. La nuova accurata traduzione del romanzo per l'editore Leone, dovuta a Luigi Marfè, non è certo da meno della precedente e la sua densa postfazione (Desiderio come deriva) sottolinea magnificamente l'insoddisfazione ripetitiva del desiderio e l'edonismo "vano, famelico compulsivo" che caratterizzano quest'opera semplice e sfuggente, datata e moderna, riproposizione esotizzante e perversa della lignée passionale che dal Werther era passata attraverso Adolphe e Dominique.   Carlo Lauro    

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Pierre Loti

(Rochefort-sur-Mer 1850 - Hendaye 1923) scrittore francese. Ispirò la sua ricca produzione (quaranta volumi) per lo più alle proprie esperienze di viaggio (era ufficiale di marina), saldando i motivi autobiografici al gusto dell’intreccio avventuroso e della descrizione coloristica: Aziyadé (1879) ambientato a Costantinopoli, Il matrimonio di Loti (Le mariage de Loti, 1880) a Tahiti, La signora dei crisantemi (Madame Chrysanthème, 1887) in Giappone, Ramuntcho (1897) nei paesi baschi. Il suo capolavoro resta Pescatore d’Islanda (Pêcheur d’Islande, 1886), romanzo di vita bretone sul tema della lotta con il mare. La pubblicazione postuma, nel 1925, del suo Diario intimo, 1878-81 (Journal intime, 1878-81) ci offre la chiave per comprendere i caratteri dell’esotismo naturalistico di L.: una poetica...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi