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Ironico, divertente, ma anche profondo ed emozionante. Ancora una volta Benni si dimostra un grande conoscitore dell'umanità nelle sue molteplici sfaccettature.
"Ma tu ce l'hai un'idea? / un'idea, dai / quelle che c'erano una volta / che uno si svegliava una mattina / e si accendeva la lampadina" (p. 11). Se c'è un problema che Benni non ha, è proprio quello di avere delle idee: è torrenziale, eloquente, policromo. "Jouets, bibelots, poupees, breloques / bambole orsacchiotti giostre trombette / domatori di pulci e il cacto Zeherit / giallo crisantemo e violetta pasquale / tua madre, adagio, per non farti male" (p. 35). Forse talvolta lo è però anche troppo e può risultare un po' artificioso... "Il futuro dell'uomo / è a una drammatica stretta: / ho visto un panda / con la mia faccia sulla maglietta." (p. 14) Se c'è un problema che Benni non ha, è quello di essere impegnato: è ecologista, sociale, progressista. "Hai visto davvero una tragedia? / Una barca affondare / con migliaia di profughi / la giungla che brucia" (p. 75). Forse talvolta lo è però a discapito della poesia e rischia di suonare retorico. "Gina, forse nel nostro amor / cambiò qualcosa? / Forse... non sono Gina, / mi chiamo Rosa" (p. 101). Per fortuna c'è anche un Benni umorista, che sa essere ora buffo ora tagliente. E poi c'è il Benni a mio avviso migliore, o, per lo meno, il Benni che io preferisco: quello notturno, malinconico, noir e blues, che sintetizza e sublima gli altri Benni e che non manca anche in questa bella, anche se forse non bellissima, raccolta di poesie, datata 1991. "Ho visto un vecchio / dei giardini pubblici / morire solo / ma ogni mattina / alla sua tomba / veniva a trovarlo / una panchina" (p. 58). "Scese la notte, e accese tutti i fari / ma dentro di me, tutto si era spento / sogni e speranze, gioie e desideri / e per ultimo si spense l'avviamento. // E mi trovò sulla strada la mattina / solo, senza più amore / e senza più benzina." (p. 100)
"La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri si è innamorata ieri e ancora non lo sa." (…) "Ho visto un vecchio dei giardini pubblici morire solo ma ogni mattina alla sua tomba veniva a trovarlo una panchina" (…) Una serie di filastrocche e poesie che riescono in ogni momento far ridere tanto da piangere, ma che soprattutto ci fanno pensare. Assolutamente geniale.
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