La bambina che parlava alla luna

" E più guardava la luna, più si rafforzava nella piccola Maria l'idea che l'astro notturno, così potente nel regolare i ritmi della loro vita contadina, che scandiva i tempi di semina e di raccolto, di macellazione e d'imbottigliamento, potesse in qualche modo determinare il fato, compiere il miracolo." Nunzia Volpe è stata la scoperta più sorprendente di questi primi mesi del 2020. Dopo aver amato tantissimo la sua ultima uscita "L'amore imperfetto" edito Mursia, ho deciso di leggere il suo romanzo d'esordio e vi dirò... ho avuto la conferma della sua bravura. La bambina che parlava alla luna è una storia dura e struggente che fa luce su uno dei capitoli più bui della nostra storia, è il 1944 e siamo in piena guerra in un piccolo paese toscano. Mi ha sconvolta leggere delle atrocità subite da questo popolo che viveva semplicemente la propria vita, scandita dal ritmo della natura, in un borgo toscano immerso tra gli ulivi. Mi ha scaldato il cuore leggere di gente semplice, genuina, le cui giornate erano fatte di lavoro nei campi e il cui massimo divertimento ero lo stare insieme intorno a una tavola imbandita. Mi è piaciuto tantissimo leggere di quegli amori (ahimè) di una volta, di quei batticuore provati per una semplice stretta di mano. È stato confortante leggere del forte senso di appartenenza alla propria terra, di questo popolo con radici profonde proprio come quelle degli ulivi della loro valle. È un romanzo questo che arriva forte e i cui personaggi restano dentro. Il finale poi, lascia sperare che dai momenti più bui possa comunque nascere qualcosa di buono. ❤️ Da leggere, adesso più che mai!