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Anno edizione: 2016
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Ha centrato invece in pieno il problema. I compiti a casa sono essenzialmente una autoassoluzione del docente,che rinvia ad altri (genitori,parenti e/o docenti privati come ultima possibilità) il reale apprendimento di ciò che è stato fatto (a volte male) in classe. E' sintomatico che gli alunni dimentichino in poco tempo ciò che è stato fatto appena un mese se non una settimana prima,una volta fatta l'interrogazione o il test scritto l'alunno chiude il capitolo e pensa di aprirne uno nuovo,per la prossima verifica. Il libro ha più senso per materie umanistiche e comunque per tutte quelle per cui è facile l'autoapprendimento, assolutamente un feticcio per quelle matematiche e scientifiche in genere. Ho hatto brillantissimi esami senza mai guardare libri e facendo pochi esercizi quando studiavo ingegneria. L'errore di base di quelli sistematicamente bocciati era pensare di aumentare le probabilità di successo facendo il maggior numero di esercizi possibile (.. prima o poi uno simile lo trovi all'esame!). Non accadeva. Io superavo il test al primo tentativo e ne ho fatti altri in bagno per compagni che uscivano col pizzino dall'ennesimo tentativo. La scuola deve insegnare ad avere un metodo e a ragionare,cosa che i docenti in grande maggioranza non fanno. Si leggono la paginetta del libro e la ripetono,e poi subito agli esercizi del paragrafo per casa,così alunni e genitori son contenti,almeno non hanno speso i soldi invano. Usciranno solo scimmiette ammaestrate e lo vediamo nei testi di ammissione alle facoltà varie e ai testi invalsi. In uno di questi risultò primo nella mia scuola un alunno portatore di handicap,che segnò a caso un pò di risposte. Meditate gente...meditate!
Se i ragazzi non studiano a casa resteranno superficiali, non acquisiranno autonomia culturale, non si approprieranno dei temi proposti dalla scuola in termini personali. In due parole non si sapranno applicare allo studio che è appunto la competenza fondamentale di uno studente: saper studiare con uno stile personale. Purtroppo "Basta compiti!" mi sembra uno slogan sensazionalistico, che fa pendànt con l'altro libro dello stesso autore in cui si invitano i docenti a non insegnare...
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