La bicicletta

Strano libro: ti prende per il modo in cui è scritto (semplice, leggero, coinvolgente), ma racconta la storia - banalissima - di una famiglia borghese e dei suoi componenti durante e dopo la seconda guerra mondiale, tra Roma e il Piemonte. Alla fine del libro, rimane la sensazione che non sia stato detto nulla di interessante, che la storia familiare e le storie personali siano uguali a quelle di migliaia di altre famiglie e persone su cui non sono stati scritti libri, che non ci fosse bisogno di un altro libro che ci fa riflettere sul fatto che il tempo scorre e che non sempre la vita va così come vorremmo. Forse nel 1974, quando è stato pubblicato e premiato col Viareggio Opera Prima, risultava originale; forse era maggiormente in sintonia con la sensibilità e i ricordi di critici e lettori di quegli anni. Ma oggi sembra ben poca cosa!

Una storia narrata senza il tradizionale schema: sensazioni, echi, frammenti di conversazione, le stagioni che si susseguono, gli impercettibili cambiamenti personali che seguono e si adattano ai grandi cambiamenti sociali. Sicuramente difficile da approcciare ma una volta immersi nella lettura e superata la diffidenza iniziale, si ha la sensazione di conoscere ogni personaggio come se per ognuno fosse stato tracciato un dettagliato profilo.