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Negli ultimi anni anche il nostro Paese, in analogia a quanto già era accaduto all’estero, sta aumentando l’interesse, anche da parte dell’opinione pubblica, nei confronti tanto delle implicazioni non strettamente economiche dell’agire complessivo delle imprese, ovvero della natura e dei contenuti della responsabilità sociale che insieme a quella economica qualifica il loro operare, quanto della accountability (dovere di informazione) cui conseguentemente sono tenute in favore della multiforme platea di interlocutori con cui interagiscono. Da questa considerazione prende avvio il presente scritto, che, dopo avere ripercorso i momenti salienti dell’evoluzione della teoria e della prassi nazionale ed internazionale, si sofferma su di un particolare aspetto della responsabilità sociale delle imprese, vale a dire la responsabilità economica e sociale nei confronti dei loro lavoratori, questi intesi nella più ampia accezione del termine. Infatti, dall’esame dei lineamenti dell’attuale contesto sociale, politico culturale ed economico, in cui tendono peraltro a divenire via via più incisivi gli effetti di fenomeni quali la disoccupazione e la globalizzazione, scaturisce la presa di coscienza della centralità e della strategicità del lavoro nell’ottica dei lavoratori, dell’impresa e della collettività. Da ciò si può fare discendere che i lavoratori, proprio in quanto portatori di un valore di rilevanza economica e sociale, possono senz’altro essere considerati dalle imprese come loro interlocutori privilegiati e, come tali, meritevoli quindi di uno strumento di comunicazione sociale ad essi destinata in modo preferenziale. E proprio questo è il ruolo di cui è investito quel nuovo strumento dell’informativa aziendale che è stato qui definito bilancio sociale di impresa verso i lavoratori. Un documento, questo, chiamato a realizzare un dialogo compartecipato fra le imprese ed i loro lavoratori, non solo nel loro interesse particolaristico, ma anche più generale di tutta la comunità di riferimento. Il percorso di analisi trova quindi il suo momento centrale nella definizione di un possibile modello che delinea il contenuto sostanziale e la forma espositiva del bilancio sociale di impresa verso i lavoratori, nel quale l’uso in termini assoluti e relativi anche di una quantità economica di derivazione contabile, quale è il valore aggiuntivo, lo rende idoneo ad assumere significatività sul duplice piano sociale ed economico, e si conclude con la messa in luce delle funzioni cui è potenzialmente chiamato ad adempiere nell’ambito dell’affermarsi della revisione e della certificazione sociale e delle politiche per l’occupazione.
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