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Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato
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Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato - Vittorio Feltri - copertina
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borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato

Descrizione


Senza voler essere una vera e propria autobiografia, Il borghese è un piccolo cammeo, impreziosito da quello stile diretto e implacabile, sempre in bilico tra cinismo e ironia, che ha reso inconfondibile ogni riga uscita dalla penna di Vittorio Feltri.

«Come sono finito a dirigere giornali? So qual è stato il primo passo: consegnare il buon latte fresco direttamente a casa. Il successo è una strada a senso unico. Tutta in salita.»

Chi l'avrebbe mai detto, alla fine degli anni Cinquanta, che quell'adolescente taciturno e magro come un chiodo, abituato a rintanarsi in biblioteca dopo aver sgobbato tutto il giorno per dare una mano alla famiglia, sarebbe diventato firma di punta dei più prestigiosi quotidiani nazionali, arrivando persino a dirigerne alcuni? Probabilmente nessuno, e forse nemmeno lui, che pure non ha mai smesso di inseguire con passione, tenacia e un pizzico d'incoscienza il sogno di entrare nel mondo della carta stampata, un mondo che fin da piccolo, quando riusciva a malapena a compitare qualche parola, lo aveva incuriosito. Dagli esordi, giovanissimo, all'«Eco di Bergamo», dove si occupava di cinema, sport e cronaca, alla fondazione di «Libero», la creatura che ha fortemente voluto a dispetto dello scetticismo saccente di molti colleghi, Vittorio Feltri ha attraversato oltre cinquant'anni di storia italiana, sempre commentandone gli snodi cruciali dal suo punto di vista di cronista scapigliato, originalissimo e irriverente. Quella che qui racconta è una vita costellata di innumerevoli soddisfazioni professionali ma anche di memorabili incontri con grandi nomi del giornalismo e protagonisti del panorama politico, di ciascuno dei quali ricorda pregi e difetti, schizzandone ritratti ricchi di aneddoti gustosi. Le incursioni di Oriana Fallaci, «dea e tiranna» capace di mettere a soqquadro la redazione di via Solferino, le bizzarre esibizioni canore di Eugenio Montale («era come un usignolo, se aveva voglia di cantare se ne infischiava di tutto e tutti»), le passioni culinarie di Enzo Biagi («mangiava come un assassino di pasta asciutta») o di Amintore Fanfani («cucinava meglio di uno chef stellato») vengono descritte con il tono familiare di una chiacchierata fra amici. Ma poiché, come sostiene il direttore, chi possiede personalità di solito ce l'ha pessima, non sono mancati i rapporti burrascosi: con Indro Montanelli, per esempio, o con Giorgio Bocca, che al momento della morte salutò, lasciando trapelare un po' di malinconia, come «il mio miglior nemico». Senza voler essere una vera e propria autobiografia, Il borghese è un piccolo cammeo, impreziosito da quello stile diretto e implacabile, sempre in bilico tra cinismo e ironia, che ha reso inconfondibile ogni riga uscita dalla penna di Vittorio Feltri.
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Dettagli

2018
18 settembre 2018
108 p., Rilegato
9788804705321

Valutazioni e recensioni

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Marco Calò
Recensioni: 2/5

Tutto lo sdilinquimento di Feltri per un direttore di giornale, Ottone, che inventa errori sul congiuntivo a fini asseritamente educativi o sulla esibita maleducazione della Fallaci, sembra un retorico omaggio a persone che facevano di tutto per sembrare personaggi. Lo stile è elementare. Da Feltri, gran giornalista, era lecito attendersi qualcosa di più di questo libro noiosetto. Borghese si, ma lo spettinato è solo nel titolo.

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Anto
Recensioni: 4/5

Un libro piacevole ricco di simpatici episodi direttamente raccontati da uno dei giornalisti italiani migliori di sempre

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jasmine gianoli
Recensioni: 4/5

“Un libro che è un po’ autobiografia, un po’ manuale di scrittura, un po’ storia del giornalismo italiano” Così viene definito il libro “Il Borghese” nella rivista “Grazia”. Vittorio Feltri decide infatti di far rivivere al lettore i momenti cruciali della sua vita ponendo sotto la luce dei riflettori il Lavoro e la sua carriera. Inizia a lavorare a 12 anni come fattorino del bar/latteria di famiglia che precedentemente veniva portato avanti solo dalla madre vedova. Ma cosa ha portato un bambino a fare di sé il capostipite del giornalismo italiano? I punti fondamentali della sua vita sono sempre stati il lavoro e il denaro, non sopportava l’idea di trovarsi con le tasche vuote infatti scrive “detestavo la miseria e mi ero messo in testa di diventare autonomo”. Innanzitutto cita sua zia Tina, colei che coltiverà lo spirito da giornalista e cronista che lo caratterizza. L'autore poi, decide di soffermarsi sul personaggio di monsignor Angelo Meli, detto “il pretino”, che lo ha istruito nella biblioteca di Bergamo, sua città natale. Successivamente torna sulle orme della sua esperienza professionale parlando dei suoi maestri e sostenitori come Oriana Fallaci, Eugenio Montale, Enzo Biagi e dei suoi nemici di penna come Giorgio Bocca. Di tutti ne fa trasparire il carattere, lo stile di vita, il ruolo che coprono nella società e il rapporto che ha con loro e li coinvolge in alcuni aneddoti gustosi e divertenti utilizzando la sua ironia e schiettezza, quest'ultima caratterizza lo stile del libro e rende ogni singola frase chiara e incisiva.Infine tra gli episodi esilaranti e peccaminosi durante le ore di lavoro e i ritratti dei politici da lui conosciuti, possiamo trovare il lato tenero del protagonista; un uomo che mette il suo cuore a nudo davanti al lettore, che nonostante la fissazione per il lavoro, la morte del padre e della prima moglie con cui condivideva due gemelle è riuscito a trovare un’altra donna con la quale affermare la sua vita sentimentale e professionale.

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Conosci l'autore

Vittorio Feltri

1943, Vittorio Feltri

Vittorio Feltri è direttore del quotidiano «Libero» ed editorialista del «Giornale», di cui è stato direttore. In precedenza ha diretto «L'Europeo» e «L'Indipendente». Per Mondadori ha pubblicato diverse opere tra cui Una Repubblica senza patria (2013), Il Quarto Reich (2014), scritti con Gennaro Sangiuliano, Non abbiamo abbastanza paura. Noi e l'Islam (2015), Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato (2018) e L'irriverente. Memorie di un cronista (2019).

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