L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nella famosa cavatina del Barbiere di Siviglia, Figaro cantava (vantandosi): “Largo al factotum della città, largo; Presto a bottega che l’alba è già, presto!; Ah, che bel vivere, che bel piacere, che bel piacere; per un barbiere di qualità, di qualità”! Barney (Barnabas) Thomson, di Glasgow, invece, è un “barbiere senza qualità”, almeno a parere degli altri due colleghi di bottega (Wullei e Chris Porter) e ne combina di tutti i colori. Per la città si aggira un serial killer, che ha il vezzo di segare un arto delle sue vittime e spedirlo alla centrale di polizia, però sempre da cittadine diverse, mandando in tilt vuoi l’ispettore capo Holdall Maryhill vuoi il suo aiuto, il sergente MacPherson. Lindsay, comunque, ci regala carrellate sulla storia (e letteratura, musica, cinema) proprio giocando sul taglio dei capelli: alla Davie Provan, alla Gene Wilder, alla Jack Nance, alla John Lennon (pre-Yoko Ono), alla Brad Pitt, alla Marc Bolan, alla Anwar Sadat Camp David (e pure la variante AS ’67) all’Argentina ’78, alla Bobby Ewing ’83, alla Charlton Heston ’86, alla Lennie Bennet ’91, alla “marine” (taglio regolamentare). I mirabolanti eventi si svolgono nell’arco di un mese di marzo piovoso in una Glasgow gloomy e grim. Il racconto è talmente surreale e onirico da essere irresistibile. E la “macelleria sociale” narrata fa sembrare la Pulp Fiction di Quentin Tarantino una favola per bambini. C’è un filo sottile che collega questo romanzo alla “Versione di Barney” (M. Richler), in cui Barney Panofsky scrive una autobiografia per dare la sua "versione" dei fatti che hanno portato alla morte del suo amico Bernard Moscovitch e liberarsi così dall'accusa di omicidio. E ci sarà un finale da “Mezzogiorno di Fuoco” anche se non vi troveremo Gary Cooper. Sarebbe un delitto raccontare l’irresistibile trama, che gusterete da soli leggendo il romanzo. Vi posso solo assicurare che non ne sarete delusi!
Un testo dal quale secondo me, se ne potrebbe trarre una sceneggiatura per una piéce teatrale. Lettura facile, godibile una storia che ti prende pagina dopo pagina e che in qualche modo ti fa anche sorridere.
Mi chiedo se, per un libro che si porta dietro la patina di noir/giallo, per un libro che comunque è imperniato su dei delitti, ecco, mi chiedo se per un libro come questo sia ragionevole rivelare (nella presentazione ufficiale) fin da subito un particolare importante della trama, che molti magari, leggo qui e là, avevano indovinato da prima, ma che io ritengo si debba lasciare alla scoperta del lettore.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore