La bottega dei falsautori. Il grande bluff della musica pop

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Fabrizio Basciano
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08/12/2020 16:30:32
La tesi dell'autore è contestabile sotto molti aspetti. Trovo scorretto affermare che sia più importante la produzione e l'arrangiamento della scrittura di musica e testo e dell'interpretazione di una canzone. Si afferma che la melodia e il testo da sole non sono sufficienti. Mi chiedo: senza la melodia e il testo sarebbe forse sufficiente il lavoro di produttore e arrangiatore? I testi inoltre possono sicuramente avere un valore autonomo e contribuiscono in maniera determinante al successo di alcune canzoni. Senza alcun senso l'esperimento di abbinare testi a musiche di canzoni diversissime per dimostrare che non hanno valore autonomo. E' ovvio che un testo vada bene solo per certe musiche e non altre. Si contesta al sistema attuale di non far conoscere tutti i ruoli al pubblico ma questo è vero in qualsiasi campo dove senza approfondimenti certi aspetti non vengono conosciuti.Mi sembra poi maniacale prendersela quando si parla della musica di questo o quel cantante intendendo l'interprete. E' ovvio che si intende la musica delle canzoni cantate da quel cantante senza voler per forza dire che l'autore è solo chi canta. Non ha neanche molto senso dire che sapere del coinvolgimento di altre figure distruggerebbe l'appeal della canzone. Le canzoni vengono innanzitutto giudicate per come arrivano al pubblico. Il pubblico giudica il risultato finale. Per questo è così importante chi le propone al pubblico cioè l'interprete, . . Per il brano Eppure sentire cantato da Elisa, Wikipedia tacerebbe il ruolo di Buonvino autore della musica. La prima riga (non l'ultima) della descrizione del brano è questa: “Il testo del brano è stato scritto dalla cantautrice giuliana su musica di Paolo Buonvino”. Stesso discorso per Senza fiato cantato dai Negramaro. Su Wikipedia nell'elenco delle loro canzoni a quel titolo appare scritto musica: Paolo Buonvino.
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09/07/2018 19:37:21
Tutto quello che è contemporaneo pare vero ed immutabile. Eppure costumi e abitudini, subiscono - nei tempi lunghi della storia - modificazioni sostanziali. Quello che pareva vero diventa, dopo qualche decennio, non più credibile. Così, in questo bel libro di Fabrizio Basciano, si fa una lettura ineccepibile delle abitudini autoriali della musica leggera (termine quanto mai improprio, come scoprirete leggendo il libro), che - causa una lunga serie di cattivi motivi - portano la musica verso una deriva che non le appartiene, ma alla quale crediamo tutti senza remore. Si arriva a credere che la musica sia figlia solo di testi bizzosi o melodie estemporanee, dimenticandosi che essa è la conseguenza di un processo creativo più complesso, al quale partecipano una lunga serie (spesso dimenticata) di professionisti, primi tra tutti i produttori e gli arrangiatori! Dimenticati perché solo autori di testi e di melodie hanno la pretesa ( riconosciuta dalla SIAE) di firmare le canzoni. Eppure, la storia bene ce lo insegna, l’opera barocca ha visto furoreggiare librettisti o cantanti, mai gli autori delle musiche (spesso dimenticati pure dalle locandine). Vizio comune, si penserà... certo è che, con le ottime osservazioni dell’autore (ne ricordo soprattutto una: la critica musicale è sovente figlia dell’improvvisazione, che la fa parlare senza cognizione di causa e completamente a digiuno di quella formazione tecnica che dovrebbe essere la base del suo esercizio), accompagnate da interessanti ed illuminanti interviste ai professionisti della canzonetta (popolar music, come gli studiosi anglosassoni ben ci ricordano), si arriva ad una illuminazione che rischiara il presente, aprendo una nuova prospettiva critica, ricordandoci che le cattive abitudini sono sempre destinate a scomparire o a ridimensionarsi, così come i cantanti dell’opera barocca - allora stelle impareggiabili - oggi sono diventati pulviscolo rispetto ai macigni dei compositori a loro coevi!
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15/05/2018 15:51:38
Questo libro è utile sia agli addetti ai lavori sia per chi è solo utente di musica e nulla sa di ciò che sta dietro alla comparsa sul mercato di buona e cattiva musica. Le scuole, soprattutto i licei musicali, dovrebbero adottate questo testo di lettura e approfondimento.
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07/04/2018 20:04:13
Fabrizio Basciano con questo bellissimo libro, di indagine giornalistica sulla musica, affronta un tema abbastanza spinoso riempiendo un vuoto letterario che esiste da sempre. Nel mondo della musica pop in generale, ma soprattutto in Italia, spesso si attribuisce la paternità dell’opera a chi la esegue, quindi al performer/cantante, e non all’autore. Spesso anche quando viene indicato l’autore delle musiche passa in secondo piano rispetto all’autore delle parole. Il titolo del testo viene preso a prestito da La bottega dell’arte di epoca rinascimentale dove un gruppo di pittori lavorava su un progetto che poi vedeva la firma di un solo intestatario. Non a caso ovviamente visto che a più riprese viene espresso il concetto che noi in qualità di utenti di musica spesso ignoriamo chi quella musica l’ha scritta. Nel libro ci sono esempi importanti e impensati che coinvolgono artisti di fama e interviste a grandi compositori, produttori e arrangiatori inoltre si avvale di una presentazione di Marco Travaglio, una prefazione di Elvidio Surian e una postfazione di Federico Capitoni. Siccome io sono un grandissimo estimatore dell’Opera di Franco Battiato, esco dalla lettura di questo saggio contentissimo perché il Maestro è più volte citato e portato ad esempio, anche grazie ad un’intervista a Filippo Destrieri storico collaboratore della coppia Battiato/Pio. Assolutamente da leggere.
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07/04/2018 14:15:56
"La bottega dei falsautori" è un libro imprenscindible, non solo per chi è appassionato/a di musica ma anche per chi non lo è, per avere una piccola cassetta degli attrezzi con cui potersi approcciare alla canzone, il prodotto musicale più consumato in assoluto. Infatti, nel libro si trovano delle intuizioni veramente felici, come quella del "canta-compositore", che permettono a tutti/e di orientarsi nel mondo, ormai sconfinato, della produzione musicale leggera e di riuscire a scremarlo qualitativamente. Inoltre, il libro propone un percorso di approfondimento della forma canzone molto stimolante: ne vengono analizzate le radici storiche e, aspetto non banale, ne viene analizzata anche la più stretta attualità, con un lavoro di indagine giornalistica che mostra tutti i limiti della narrazione semplicistica a cui le riviste e webzine specializzate ci hanno abituati (e, dopo la lettura del libro, ci si spiega anche il perché). Insomma: stra-stra-stra-consigliato!
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07/04/2018 08:29:14
Ho acquistato quest’opera perché apprezzo e stimo Fabrizio Basciano, sia per interessi musicali e artistici comuni, sia perché sono convinto che sia un vero talento. Lo considero un capolavoro. Il libro lo ho letto praticamente tutto d’un fiato. Scrittura fluente, perfetta, incisiva, sintetica... si comprende immediatamente che è frutto di lungo e duro lavoro di ricerca, passione, approfondimenti, rari per i giovani come lui. Del resto, lui è un musicologo di grande caratura, e di una competenza e forza non comuni. Sono un appassionato di musica, arte, etc, tastierista amatoriale ed autodidatta. E faccio tutt’altro come professione. Premetto di conoscere Fabrizio solo virtualmente, ma le belle essenze si comprendono, in un millisecondo. Un libro che fa capire moltissimo sulla musica pop, su ciò che nessuno prima, almeno secondo le mie conoscenze, ha mai avuto il coraggio nonché questa tal maestrìa di scrivere. A qualsiasi costo. Poi, il rapporto qualità/prezzo dell’opera merita assolutamente di averlo. Bravo Fabrizio! Continua su questa strada, e ne farai, tanta (per il mio, modesto, parere) Disinteressatamente, e con un abbraccio di stima e affetto. Paolo.
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06/04/2018 16:03:41
Dopo aver letto, sempre di Basciano, Battiato '70, mi sono convinto a leggere anche questo suo nuovo lavoro, senza pentirmene: la narrazione è fluida, e il libro, nonostante vada parecchio giù in profondità, si legge come fosse un romanzo. Il volume è ricco di punti di vista assolutamente inediti, di interviste interessanti, di analogie con ambiti artistici differenti e di aneddoti d'ogni genere. Chi ama la canzone ne trae sicuramente un gran beneficio, perché una necessaria opera di verità viene con questo volume portata a compimento. L'introduzione di Marco Travaglio e la prefazione di Elvidio Surian suggellano poi un lavoro veramente degno di nota.
