A tre anni di distanza da "Il ritorno delle passioni", piccola folk-opera che si è nel tempo guadagnata l'attenzione della critica e l'apprezzamento del pubblico con oltre 1500 copie vendute, Massimiliano Larocca torna con quello che a ragione si può considerare il suo progetto musicale più ambizioso: "La breve estate", 14 nuove canzoni che vedono anche la partecipazione di importanti musicisti da tutto il mondo: ANDREW HARDIN che è al pubblico italiano è ben noto per avere accompagnato col suo inconfondibile tocco chitarristico nel corso degli anni i vari Tom Russell, Dave Alvin, Nanci Griffith, Jimmy La Fave, Mary Gauthier; JOEL GUZMAN, uno dei più grandi accordeonisti al mondo, già al fianco di Joe Ely e Los Lobos, nel disco di Larocca Guzman appare in quattro brani e lascia il segno come nel delicato valzer de "I ragazzi del vicolo" e in "Tristessa", dove il suo organetto colora di Messico una ballad ambientata proprio in quei luoghi; RADOSLAV LORKOVIC, uno dei più richiesti session man in USA (Greg Brown, Ellis Paul, Richard Shindell...). Un disco nel quale Larocca ha dato sfogo a tutte le sue influenze musicali: dal rock, alla ballata al folk fino ad arrivare al jazz manouche anni '30 in pieno stile Django Reinhardt, come ne "La petite promenade du poete", un testo del grande e misconosciuto poeta toscano Dino Campana che Larocca trasforma in un brano fumoso e swingante (con la chitarra di Maurizio Geri della Banditaliana di Riccardo Tesi). E ancora "Il nome delle cose" con un Hammond che fa molto soul, "La breve estate", una ballata con un sax finale trascinante, e "Anima Mundi" (ispirata alle teorie di Giordano Bruno), un etno-rock che vede la partecipazione di due grandi "uomini di musica" come Lino Straulino e Carlo Muratori, grande musicologo siciliano. Anche Riccardo Tesi compare nella lista degli ospiti, e il suo magico organetto dopo aver abbellito i lavori di Fossati, De Andrè e Testa, qui commuove ne "Le ceneri di Pasolini", una sorta di lettera al poeta delle periferie romane scritta dall'"altra parte della storia". Ma dobbiamo anche citare la presenza di Andrea Parodi, compagno di viaggio inseparabile di Larocca, di Luca Mirti, voce della rock band toscana Del Sangre, di Marco "Python" Fecchio, di Max De Bernardi...Un disco composito, che abbraccia la letteratura e la poesia (con citazioni da Dino Campana appunto, Jack Kerouac, Giordano Bruno, Pasolini) e che parte dal rock d'autore di Dylan o Springsteen tanto caro a Larocca per compiere poi un percorso musicale di ampio respiro e che oltre agli ospiti citati, vede coinvolti anche decine e decine di strumenti diversi inclusi archi e fiati. Per accompagnare alla ricerca lirica anche un viaggio musicale a 360 gradi.
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