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Breve storia dell'Iran:il problema del libro è proprio quello. Il riassunto decisamente troppo breve di una storia millenaria;3000 anni di storia spalmata su 300 pagine. Un'occasione sprecata, anche perché l'autore ha un'ottima prosa ed il libro si legge volentieri, ma la sua brevità lascia l'amaro in bocca.
Confermo il giudizio del precedente recensore. Si tratta di un libro molto scorrevole, da consigliare a chi voglia conoscere la lunga storia della civiltà persiana, liquidata nei manuali scolastici in poche righe. La tesi dell'autore è che l'Iran sia un Impero della Mente (Empire of the Mind è il titolo originale del libro), poiché, nel corso di una storia plurisecolare, è riuscito a conservare la sua cultura, nonostante le molteplici invasioni, a cominciare da Alessandro Magno. Per far ciò la cultura persiana si è adattata a cambiamenti politici (dagli achemenidi ai seleucidi) e religiosi (dal mazdeismo all'Islam), ma finendo sempre per conquistare (culturamente) i conquistatori, così come aveva fatto la civiltà greca nei confronti di quella romana. Una caratteristica che compare frequentemente nella storia politica sino ai Safavidi è la generale tolleranza nei confronti delle minoranze: infatti già Ciro il Grande concesse libertà di culto,favorendo la restaurazione delle religioni precedenti al dominio babilonese. Questa tolleranza si è tradotta successivamente in una tradizione poetica e letteraria, incentrata sull'Amore in tutte le sue manifestazioni,che ha influenzato il mondo intero (Firdusi,Hafez,Rumi). La caduta dei Safavidi portò un lungo periodo di decadenza, dato che non riuscì ad andare in porto l'ambizioso progetto di Nader Shah, che nel '700 voleva unificare il Medioriente, creando così una potenza economica degna degli Abbassidi. Purtroppo le circostanze non furono favorevoli e così l'Iran finì sotto l'influenza russa e inglese per tutto il XIX secolo, mentre nel XX ci furono diversi tentativi di modernizzare l'Iran, ma si sono realizzati solo in parte, specialmente sul piano politico, dato che sia la dinastia pahlavi sia la repubblica islamica hanno dimostrato scarsa volontà di favorire il processo di democratizzazione. In conclusione, chi vuole capire chi sono gli iraniani e qual è la loro cultura non può che comprare questo libro.
E' fatto apposta per chi d'Iran non ne sa una cippa perche' e' scritto benissimo ed e' dettagliato nel ricostruire fatti e personaggi. Copre in 300 pagine tutta la storia persiana, al contrario di altri volumi tipo quello (eccellente) di Farian Sabahi (Storia d'Iran, Bruno Mondadori) che parte da molto piu' tardi (attorno al XVIII sec). Altro pregio: spiega alla grande il periodo Safavide, ossia quello al quale si e' ispirato l'Ajatollah Khomeini nella restauraz... pardon nella rivoluzione islamica. Insomma, un libro di storia coi fiocchi. Fossero tutti scritti cosi'!
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