L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Tre sono gli aspetti di questo libro di cui vorrei parlare: ciò che sembra essere e non è del tutto, ciò che è, e la sua tesi principale. Partendo dal primo punto: il titolo caratterizza il libro come una storia della filosofia (seppure breve) del Novecento. In realtà, se si cerca di leggerlo come storia della filosofia, il libro di D'Agostini non è autonomo: nonostante la straordinaria ricchezza di temi trattati (non manca quasi nulla!), dalla sua sola lettura non si riesce a costruirsi un'immagine chiara e complessiva degli sviluppi storici della filosofia nel nostro secolo (per quanto naturalmente possa invece essere un utile complemento a un'altra storia della filosofia). Ma questo non è un difetto, anzi potrebbe anche costituire un pregio (le storie della filosofia non mancano). E d'altra parte nell'introduzione l'autrice chiarisce perfettamente quali siano i suoi intenti (rimane da chiarire il perché di un titolo parzialmente fuorviante, anche se la quarta di copertina si mostra più fedele al contenuto del libro): costruire una storia delle concezioni metafilosofiche che si sono succedute nel Novecento. La filosofia è una disciplina eterogenea, i suoi praticanti non condividono un'unica idea su che cosa essa debba essere e sui metodi con cui debba essere condotta; grandi tradizioni come quella analitica e quella continentale - indagate dall'autrice in
recensioni di Bonino, G. L'Indice del 1999, n. 11
Il terzo punto che vorrei trattare è la tesi di fondo del libro: l'elemento unificatore, caratteristico del pensiero novecentesco è la presenza dell'anomalia, dell'autoriflessività, del paradosso, svariatamente declinati: "[il Novecento] ha anzitutto pensato alcune circostanze paradossali e condizioni di impossibilità". Si può così parlare di "paradossi dello storicismo (la storicità della verità è essa stessa una verità storica?), del relativismo (l'universale relatività delle credenze e acquisizioni è essa stessa una credenza o una acquisizione relativa?), del contestualismo (è la contestualità delle regole il principio di una regola essa stessa contestuale?), e si è infinitamente ripreso il tema nietzscheano della fine della verità (l'asserto 'non c'è più verità' è una verità a sua volta. Descrive in modo veritiero una situazione effettiva?)". Non è qui possibile rendere giustizia alla flessibilità con cui questo principio interpretativo generale viene usato nel corso del libro. Si può tuttavia concludere che, per quanto utile come nucleo intorno a cui organizzare un materiale così ampio, il principio dell'"anomalia paradigmatica" sia un po' troppo generico (come è forse inevitabile) per poter essere applicato con uguale pregnanza a manifestazioni storiche della filosofia così varie e diversificate.
Guido Bonino
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore