Da Antifascismo militante a Ciclostile, da Figlia dei fiori a Verbo comunista: l’apprendistato sentimentale di un ragazzo volenteroso e un po’ confuso nei memorabili anni Settanta.
“C’è un lato A della vita, noioso ma sazio, in cui paga la mamma, e c’è un lato B della vita, pazzamente splendido ma a stomaco vuoto, in cui paghiamo noi. Nella sazietà tutto ciò che è materiale è indifferente, nella ricerca della sazietà tutto ciò che è materiale è prezioso.”
Nel 1973 Milano è sottosopra. Dominano nuovi stili di vita, codici, riferimenti; in pochi anni è cambiato tutto, e presto tutto tornerà a cambiare, ma l’impronta che resterà nei costumi, nel linguaggio, nei rapporti di lavoro, di studio, tra i sessi è indelebile. Nella sua ispirazione più felice, Bruno Osimo racconta la vita quotidiana in quel fermento quasi leggendario, con gli occhi di un apprendista rivoluzionario: un timido outsider che si arma di buona volontà (e, all’occorrenza, di spranga) per integrarsi nel mondo del suo tempo. Da “Ti voglio bene ma non ti amo” a “Katanga”, da “De Gregori” a “Cineforum”, un romanzo umoristico, a tratti apertamente critico e a tratti dolcemente evocativo, su tic, storture, emozioni e glorie degli anni Settanta. )
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