James Agee partiva spesso per le sue narrazioni dalle memorie dei luoghi, che si incidevano in un dettato preciso di azioni e sentimenti. Basti pensare a Knoxville: Summer of 1915 (1935), trasformato in uno straordinario ciclo di romanze da camera da Samuel Barber, o al geniale "esperimento" di Sia lode ora a uomini di fama (1941), in cui lo scrittore viene associato all'obiettivo impietoso di Walker Evans, per un progetto di racconto delle esistenze dei contadini in tempo di Depressione, voluto della rivista "Fortune", che ritenne però impubblicabile il risultato della collaborazione, tumultuoso mix di saggio, romanzo e documento sociale. Ora il Saggiatore, che nel 2002 aveva proposto quel titolo, presenta il breve reportage Brooklyn è, comparso nel 1939 sulla rivista "Fortune" e poi a lungo dimenticato. A sovrintendere a questo avventuroso viaggio nel quartiere a cui gli emigrati donavano i loro sogni di miglioramento sociale o di realizzazione personale, sovrintende un verso di Walt Whitman: "città di case, famiglie e chiese". La visione di Agee usa ogni tipo di metafora: "quindici o venti villaggi, ora cuciti l'uno all'altro, orlo contro orlo" hanno determinato la crescita smisurata di quel "fungoide" enorme, e per molti anonimo, dove vivono due milioni di persone. Il racconto si snoda come la Passeggiata di Palazzeschi: una sequenza di dentro/fuori dalle abitazioni, in cui la fretta di un itinerario di strade, rallenta improvvisamente per porre al centro un dettaglio di sorpresa, come l'orso polare allo zoo "con gli occhi mezzi pazzi per la solitudine", mentre lo scrittore commemora il destino paradossale di Hilda l'elefantessa "spinta nell'abisso da un marito giocherellone". Luca Fontana, nella nota finale, puntualizza giustamente l'attività per lo schermo dello scrittore, di cui è massima realizzazione La morte corre sul fiume, regia di Charles Laughton. Come in un cine-poema, Agee propone qui una cronaca dalla periferia, che si fa documento poetico e canto alle infinite diversità dell'esistenza metropolitana. Luca Scarlini
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