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L'intero lavoro di Bekenstein, mostra come l'attività super-radiante dei buchi possa essere descritta in modo piuttosto semplice, assumendo che i buchi neri abbiano una capacità termica negativa, legata alla possibilità di stati ad energia negativa nella teoria quantistica dei campi. Più in generale, il risultato di Bekenstein fornisce una spiegazione molto diretta del perché la radiazione di Hawking sia naturalmente meno elevata nei buchi neri ordinari, quelli cioè che si formano a partire dal collasso gravitazionale di stelle massive. In questo caso il dominio di coerenza è meno forte che in un minibuco perché si estende su un'area piuttosto vasta e dunque l'attività radiante ha diversa intensità e diverso spettro. Mentre nell'approccio semi-classico di Hawking il risultato appariva come una combinazione piuttosto fragile, sebbene ingegnosa, di RG ed MQ, il lavoro di Bekenstein descrive la risposta super-radiante dei buchi neri in modo del tutto generale, utilizzando i principi della termodinamica e la teoria quantistica dei campi e fornendo le caratteristiche ondulatorie di ogni emissione direttamente in relazione alla massa ed alle caratteristiche della perturbazione esterna. Non dobbiamo pensare tanto ad una singolarità imprendibile che deforma l'attività del vuoto quantistico intorno, ma piuttosto ad una peculiare caratteristica delle modalità organizzative dello stesso vuoto in condizioni particolari. Si tratta di risultati fondamentali per il lavoro che ancora si sta tentando per mettere a punto una teoria quantistica della gravità e che lo stesso Bekenstein ed i suoi allievi, oggi presso la Hebrew University di Gerusalemme, stanno sviluppando. Recentemente C. Vafa e A. Strominger (1996) hanno descritto il dominio di coerenza di un buco nero estremale attraverso la teoria delle super-corde, effettuando l'analisi dei microstati correlati.
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