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Anno edizione: 2020
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Leggiamo sempre la storia narrata dal punto di vista dei vincitori e soprattutto degli uomini. Ma cosa succede quando a parlare è una donna? E soprattutto una donna, una moglie, un'amante e una madre che è stata dimenticata ma non cancellata dalla storia. In questo romanzo l'autrice dà voce a Servilia, l'amante di Caio Giulio Cesare, madre di Marco Giunio Bruto. Ella fu una nobildonna romana che nacque nel 100 a. C. e morì nel 42 a. C. Cosa succede quando la storia viene raccontata dalla madre di colui che ucciderà il suo amante, il grande Giulio Cesare? Il libro è narrato in prima persona e ciò ci permette di immedesimarci nell'animo della donna che ha dato tutta se stessa al console sperando di restare nel suo cuore a vita. Servilia racconta tutti i suoi pensieri, sentimenti, emozioni ma anche la sua frustrazione e rabbia nel scegliere fra il suo amore e il sangue del suo sangue. Servilia ha passato tutta la propria vita a ubbidire agli uomini, a suo padre, a suo marito e anche al suo amante. E' impossibile per noi capire il suo stato d'animo se studiamo la Storia solo dal punto di vista degli uomini, dei soldati, dei consoli e imperatori. Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale, sono loro le generatrici della prole e sono solo che durante le loro gravidanze speravano che nascesse un maschio per far felice il marito. Ma purtroppo non avevano una voce o meglio, la avevano ma non potevano usarla e l'autrice ha reso omaggio a una di loro, a Servilia Cepione, scrivendo in prima persona tutto il caos nel suo cuore e nella sua anima. Un romanzo diverso che ci mostra l'altro lato della storia, quello che è successo "dietro le quinte" dei successi e delle conquiste di Caio Giulio Cesare. Tutto ciò che è accaduto in privato e nei cuori di tante persone. Il linguaggio dell'autrice è molto soave ed elegante, ricco di termini arcaici capaci di trasportare il lettore in quel mondo antico che continuiamo a studiare e ammirare ancora oggi.
Leggiamo sempre la storia narrata dal punto di vista dei vincitori e soprattutto degli uomini. Ma cosa succede quando a parlare è una donna? E soprattutto una donna, una moglie, un'amante e una madre che è stata dimenticata ma non cancellata dalla storia. In questo romanzo l'autrice dà voce a Servilia, l'amante di Caio Giulio Cesare, madre di Marco Giunio Bruto. Ella fu una nobildonna romana che nacque nel 100 a. C. e morì nel 42 a. C. Cosa succede quando la storia viene raccontata dalla madre di colui che ucciderà il suo amante, il grande Giulio Cesare? Il libro è narrato in prima persona e ciò ci permette di immedesimarci nell'animo della donna che ha dato tutta se stessa al console sperando di restare nel suo cuore a vita. Servilia racconta tutti i suoi pensieri, sentimenti, emozioni ma anche la sua frustrazione e rabbia nel scegliere fra il suo amore e il sangue del suo sangue. Servilia ha passato tutta la propria vita a ubbidire agli uomini, a suo padre, a suo marito e anche al suo amante. E' impossibile per noi capire il suo stato d'animo se studiamo la Storia solo dal punto di vista degli uomini, dei soldati, dei consoli e imperatori. Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale, sono loro le generatrici della prole e sono solo che durante le loro gravidanze speravano che nascesse un maschio per far felice il marito. Ma purtroppo non avevano una voce o meglio, la avevano ma non potevano usarla e l'autrice ha reso omaggio a una di loro, a Servilia Cepione, scrivendo in prima persona tutto il caos nel suo cuore e nella sua anima. Un romanzo diverso che ci mostra l'altro lato della storia, quello che è successo "dietro le quinte" dei successi e delle conquiste di Caio Giulio Cesare. Tutto ciò che è accaduto in privato e nei cuori di tante persone. Il linguaggio dell'autrice è molto soave ed elegante, ricco di termini arcaici capaci di trasportare il lettore in quel mondo antico che continuiamo a studiare e ammirare ancora oggi.
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