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Assurdo! Leggetelo se vi piacciono “Il deserto dei tartari” e i gialli metafisici, se amate le trame strutturate come puzzle e i libri che grondano poesia: “La primavera sta per arrivare ormai. Le cupole di San Basilio invocano con il loro dorato splendore l’esistenza di un dio vero, mentre, sui rami degli aceri e delle querce che circondano, come un rosario, le mura rosse del Cremlino, si sgranellano, fra le gemme, le ali nuove del tempo e, nel giovane volo dei gabbiani, sulla Moskova, la neve non è più che un’eco che vibra nel passato e si scioglierà danzando fra le altitudini millenarie della nostra anima russa. Qui io vivo! Io, Iodok, l’uomo-cane, ancora resisto, mentre il respiro putrefatto dello Zoo scivola come un rivolo, diffondendo dappertutto la sua bava di morto e di corrotta libertà. La mia pelliccia scomparirà fra poco. Svegliandosi, rintoccherà quattro volte il cuore della primavera e un gallo l’imiterà cantando, voltandosi, come una banderuola, in un azzurro scomposto dal vento. Quando l’ora fermerà il dado del tempo, il bozzolo lattiginoso che ricopre i nostri boschi di aceri libererà, in un incendio, il battito d’ali d’una crepitante farfalla. Così, come neve, la mia pelliccia si scioglierà al sole ed io mi specchierò, spiando attraverso il volto diafano dell’alba, nella naturale nudità delle cose. Gli aceri sono nudi ormai. Sono nude le strade. Sono nudi i volti dei bambini, come tutta la giovinezza è nuda. Anche i fiori sono spogli e la realtà intera si denuda della sua menzogna. Tutto cessa di mentire e persino i corvi pretendono, gracchiando, di essere quel che realmente sono.”
Lirico, classico, eversivo. Di un'assurda modernità. Complimenti al Melangolo per averlo scoperto.
Scritto nella lingua secca dei romanzi di Kafka e Camus. Lirico quando abbandona il grado zero della scrittura. Inquietante e assurdo come un film di Muratova.
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