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Cosa si può aspettare un lettore che ami la poesia quando acquista una plaquette di un giovane autore, pubblicata nella collana del più importante editore italiano dedicata appunto ai poeti under 40? Forse un approccio nuovo alla scrittura di versi, qualche immagine che non sia del tutto ovvia, temi che si confrontino con realtà e sentimenti non sempre e non solo minimali, un confronto rispettoso ma magari anche coraggioso con la tradizione...Questa breve raccolta di poesie di Carlo Carabba (poeta nato a Roma nell'80,di solida preparazione letteraria e filosofica,caporedattore di "Nuovi Argomenti": quindi ben introdotto nel mondo culturale italiano) ha senz'altro il merito di proporci versi dignitosi, "di impronta classica", come suggerisce la quarta di copertina, "di lucida e complessa meditazione lirica", ma in cui raramente si sente vibrare qualcosa di più di un'adesione prudente e circostanziata alla vita, di un'esitazione dei gesti e dei pensieri, di una navigazione di piccolo cabotaggio intorno a un io ridimensionato, costretto, impaurito, sospeso tra veglia e attesa, nebbia e abitudine:"dove vorrei tempesta è la bonaccia","Posso partire e non allontanarmi,/conosco solo il qui e non il là","Di giorno in giorno cerco questo dove/ma temo mi sfugga alle spalle/dove non so guardare". Con pensieri assidui di morte:"Un giorno sarò morto e intanto vivo,"Non è dolce pensare che la morte/muterà il cerchio in linea",ma anche di incapacità di resistenza e di ribellione, che stilisticamente si risolvono nella scelta frequente dei metri più tradizionali, settenari e endecasillabi:"Non è la vita quella immaginata","Non è domani il giorno che mi aspetta","e niente più pensieri/niente storie". E dispiace constatare che questi nuovi poeti si assomiglino un po' tutti, non riescano a regalarci un verso che sia veramente memorabile, una storia, un amore, un ritratto, la descrizione di un paesaggio o di una nuvola, per cui noi lettori ci sentiamo di dire loro "grazie".
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