La scoperta della democrazia nel racconto di una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano, tra i fondatori dell'associazione libertà e giustizia.
“Noi studenti avevamo sete d'imparare e ci chiedevamo quale sarebbe stato il futuro. E quale ruolo potevamo avere nel costruirlo.”
Si può insegnare la democrazia? Sandra Bonsanti, che con l'associazione Libertà e Giustizia ha combattuto e combatte tante battaglie in difesa dei valori democratici, ci consegna la favola lieve di un vecchio professore e delle sue lezioni in una piccola libreria di quartiere, la bottega di Piero. Correvano anni difficili, da un lato la guerra e la dura realtà della dittatura, dall'altro l'irresistibile scoperta dei classici, i lirici greci tradotti da Quasimodo, Saffo la decima Musa, la morte di Socrate, le belle parole che un tempo erano anche forti e vigorose perché piene di sostanza: libertà, amore, bellezza, giustizia. Ma quando è accaduto che sono diventate fantasmi? Ci restano solo le ombre di antiche battaglie, di eroi e sfi de memorabili. Allora è fondamentale ritrovare i maestri del passato, riscoprire il momento in cui per la prima volta fu pronunciata la parola libertà: fu come un canto tanta era la bellezza che l'espressione voleva comunicare, “Il canto della libertà”. Una favola senza tempo, un bellissimo gioiello da leggere e da custodire per tener vivo l'esempio, il ricordo, l'emozione della libertà e della democrazia. )
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