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Recensioni Cari agli dèi

Cari agli dèi di Goffredo Fofi
Recensioni: 4/5
Una galleria di indimenticati, giovani che erano pronti a cambiare il mondo, ma di cui una Storia ingiusta ci ha privato troppo presto. D’altronde è questo il destino dei Cari agli dèi. Anche chi non se la sentisse di condividere le convinzioni di Aldo Capitini sulla “compresenza dei morti e dei viventi” (ma è a lui e alla sua presenza che questo libro è dedicato) sa che “parlare con i morti” è una tentazione diffusa, e un’abitudine (o necessità) più consolante che angosciante. Goffredo Fofi, a 85 anni e con una lunga fila di “suoi” morti alle spalle, ha voluto ricordarne alcuni, non sempre noti e però esemplari di una vicenda in cui il privato e il pubblico si sono mescolati, confusi. Seguendo Menandro e l’antica convinzione che gli dèi prendono con sé i giovani che possono allietare la loro noiosa e olimpica vita – se l’eternità è vita... – Fofi evoca i “morti giovani” di più generazioni ed epoche, dal tempo della guerra e della Liberazione, dalla sua provincia d’origine e da Roma, agli anni di prima e dopo il ’68 e fino a oggi, da Palermo a Firenze e da Torino a Parigi e da Milano a Napoli; evoca quelli che sono stati per lui i lutti più amari, le morti più ingiuste, le vite che più gli mancano; evoca giovani morti per mano fascista o ingenuamente ribelli uccisi dalle “forze dell’ordine”, e le morti più tristi e misteriose, per propria mano, dei disillusi dall’esistenza. Ma tornano in queste pagine anche persone non giovanissime e però morte anzi tempo, quando ancora tanto avrebbero potuto dare agli altri – agli amici e al paese. Noti o sconosciuti non cambia, ma ben noti e amati da chi oggi li evoca e continua a sentire la loro mancanza. I migliori? Forse sì; per l’autore, e non solo, sono figure degne di ricordo, perché mosse dalle ansie più giuste. Nella convinzione che nessuna vita dovrebbe essere sciupata, che tutte dovrebbero avere un senso e un fine. )
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