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La carità che uccide. Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo
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La carità che uccide. Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo - Dambisa Moyo,L. Lanza,Paolo Vicentini - ebook
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carità che uccide. Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo
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Descrizione


IL 13 LUGLIO 1985 va in scena il concerto "Live Aid", con un miliardo e mezzo di spettatori in diretta: l'apice glamour del programma di aiuti dei Paesi occidentali benestanti alle disastrate economie dell'Africa subsahariana, oltre mille miliardi di dollari elargiti a partire dagli anni Cinquanta. Venticinque anni dopo, la situazione è ancora rovinosa: cosa impedisce al continente di affrancarsi da una condizione di povertà cronica? Secondo l'economista africana Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti, un'elemosina che, nella migliore delle ipotesi, costringe l'Africa a una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga. E nella peggiore, contribuisce a diffondere le pestilenze della corruzione e del peculato, grazie a massicce iniezioni di credito nelle vene di Paesi privi di una governance solida e trasparente, e di un ceto medio capace di potersi reinventare in chiave imprenditoriale. L'alternativa è chiara: seguire la Cina, che negli ultimi anni ha sviluppato una partnership sofisticata ed efficiente con molti Paesi della zona subsahariana. Il colosso cinese, che non deve fare i conti con un passato criminale di colonialismo e schiavismo, è infatti in grado di riconoscere l'Africa per la sua vera natura: una terra enorme ricca di materie prime e con immense opportunità di investimento. Definita l'anti-Bono per lo spietato pragmatismo delle sue posizioni, in questo libro Dambisa Moyo pone l'Occidente intero di fronte ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa che sono alla base delle sue "buone azioni", e lo invita a liberarsene. Allo stesso tempo invita l'Africa a liberarsi dell'Occidente, e del paradosso dei suoi cosiddetti "aiuti" che pretendono di essere il rimedio mentre costituiscono il virus stesso di una malattia curabile: la povertà
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
259 p.
Reflowable
9788858601358

Valutazioni e recensioni

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Giuseppe
Recensioni: 3/5

Buon libro ma con un forte limite: l'analisi superficiale della presenza cinese in Africa. Dambisa Moyo confonde l'appoggio dei regimi africani alla presenza cinese con l'appoggio degli africani tout court. Omette di dire che gli investimenti cinesi nelle infrastrutture e nelle imprese africane, basati sul principio politico della neutralità, finiscono potenzialmente con il rafforzare lo statu quo e quindi la classe politica corrotta al potere. Non coglie il carattere neo coloniale degli scambi sino-africani: la Cina importa materie prime ed esporta prodotti finiti. Risultato: il tessuto economico africano, già poco sviluppato, continua a deindustrializzarsi nel tempo. Anche quando la Cina crea stabilimenti sul territorio l'indotto è scarso, visto che impone in gran parte l'assunzione di manodopera cinese. Da integrare con "L'Africa cinese" di Stefano Gardelli e "I disastri dell'uomo bianco" di William Easterly

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Alce67
Recensioni: 5/5

Questo libro ha scompigliato le idee su come innescare lo sviluppo nei paesi africani; 50 anni di prestiti internazionali non hanno portato a nulla, se non classi locali di arraffoni che si gettano a capofitto su questi flussi immani di soldi, di fatto regalati e senza timore di ripercussioni (perlomeno su di loro). L'annullamento del debito africano non è una soluzione e genera distorsioni. I paesi africani devono saper ricorrere ai mercati, facendosi assegnare un rating, emettendo obbligazioni e, se sono inadempienti, non avranno più finanziamenti a tassi decenti. Solo così si innesca il circolo virtuoso per cui i governi, creano strutture e regole più efficenti; solo così si favoriscono gli investimenti diretti dall'estero. Si parla poi molto del nuovo ruolo della Cina, benefattore "interessato" molto più efficiente dell'occidente e gigantesco acquirente di materie prime, la grande risorsa dell'Africa. Si parla del microcredito, del valore delle rimesse degli emigranti e della necessità di poterle convogliare in circuiti finanziari ad oggi pressochè inesistenti. Un libro molto interessante, divulgativo, ma con posizioni di rottura rispetto all'approccio dominante.

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claudio
Recensioni: 4/5

Libro che meriterebbe di più, ma non è facile ritrovarsi tra tutte quelle sigle e quei numeri. E' molto interessante anche perchè forse per la prima volta vengono smascherate le iniziative di quei personaggi alla Bono che probabilmente hanno fatto più danni che benefici negli ultimi anni. Da notare che l'autrice, economista della Banca Mondiale, è nata in Africa, nello Zambia, dove vivono ancora i suoi genitori. La sua tesi è tutto sommato semplice: finiamola con gli aiuti e vedrete che anche l'Africa si risolleverà. Pensare che solo 30 anni fa il Pil pro capite cinese era inferiore a quello di tre paesi africani, per cui tutto è possibile. Bisogna vincere la corruzione, la guerra, le malattie e la povertà. Smettendola con gli aiuti e iniziando a dare piena libertà ad un'attività economica, anche i paesi africani rialzeranno la testa. Anche perchè in caso contrario ci sarà la Cina che interverrà sempre più pesantemente ignorando completamente i diritti umani.

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