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Carlo De Dominicis. Architetto di vaglia nella Roma del Settecento - Alessandro Mascherucci - copertina
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Carlo De Dominicis. Architetto di vaglia nella Roma del Settecento
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Carlo De Dominicis. Architetto di vaglia nella Roma del Settecento - Alessandro Mascherucci - copertina

Descrizione


Carlo De Dominicis, nella schiera dei numerosi architetti romani della prima metà del Settecento, si distingue per la sua personale capacità di accogliere motivi di ispirazione borrominiana, arricchiti da vari apporti derivati da Bernini, da Cortona, da Raguzzini, da Fontana e da altri artisti a lui contemporanei. Lontano dall’essere un eclettico o un ripetitore di formule, si dimostra abile nell’operare un’interpretazione selettiva e autonoma della cultura barocca del suo tempo. Dopo aver maturato la preparazione accademica al fuoco della lezione di Carlo Fontana, diviene “giovine di studio” di Filippo Raguzzini dal 1725, arricchendo il suo gusto di meridionale gaiezza. Con il progetto della facciata di S. Maria della Pietà in piazza Colonna si guadagna un posto di rilievo nell’agone professionale romano. Divenuto quindi “architetto di vaglia”, riceve dal papa Clemente XII l’incarico di progettare dalle fondamenta la chiesa dei SS. Celso e Giuliano in via del Banco di S. Spirito, sua opera maggiore, caratterizzata dall’eccezionale unitarietà del suo interno, dal delicato chiaroscuro e dall’impostazione ovale della pianta. La sperimentazione sull’impianto centrale rappresenta un tema ricorrente nell’opera dell’architetto, come testimoniano la perduta fabbrica di S. Eligio dei Sellai, distrutta nel 1902 per l’innalzamento dei muraglioni di contenimento del Tevere, e la chiesa di S. Orsola a Tor de’ Specchi, demolita per l’apertura della via del Teatro di Marcello tra il 1928 e il 1930. Carlo De Dominicis conclude la sua parabola terrena nel 1758 quando ormai gli ideali degli epigoni del Barocco cedono il passo alla cultura archeologica e neoclassicista.
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Dettagli

2025
12 dicembre 2025
192 p., ill. , Rilegato
9788865576212
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