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Si pubblicano in questo volume i documenti della Badia di San Salvatore a Settimo e della Badia di Santa Maria e San Bartolomeo a Buonsollazzo, monasteri benedettini poi cistercensi. L’edizione è curata da Antonella Ghignol e da Anna Rosa Ferrucci. I 113 documenti provengono dal fondo diplomatico di San Frediano in Cestello dell’Archivio di Stato di Firenze. Essi coprono un arco temporale che va dal 998 al 1200 (limite imposto alle edizioni diplomatistiche delle cartae). Le parti più antiche delle due strutture monastiche erano già confluite nell’archivio di Cestello e fuse in un’unica entità. Con la soppressione delle corporazioni religiose, voluta da Pietro Leopoldo di Toscana nel 1783, le pergamene confluiscono nel Diplomatico fiorentino, mentre il resto dell’archivio viene versato nel fondo delle compagnie religiose soppresse tra il 1785 e il 1789, conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze. Le due curatrici precisano, nell’Introduzione, che lo «scopo del lavoro è dare l’edizione critica di queste carte, non quello di ricostituire e distinguere i singoli tabularia con un’operazione di ritaglio» (p. XIV). Secondo le curatrici qualsiasi archivio è, infatti, il «sedimento di un’attività concreta, economica e politica, continua: non è quella collezione di fonti che vorremmo, o quella che sappiamo immaginare» (p. XIV). Non sono state quindi escluse dall’edizione le carte, che apparentemente non mostrano una connessione con gli archivi delle due strutture monastiche, poiché «la fusione dei due tabularia […] è un fenomeno storico e storico-archivistico e che non può conoscere negazione» (p. XIV). Questa raccolta è destinata ai monasteri in quanto fonti per la loro storia, ma dà anche – e qui si coglie il valore di questa edizione di carte – la testimonianza della loro mediazione e del filtro dei loro archivi: «carte altomedievali di un certo territorio» (p. XXXIII).
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