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scheda di Pedo, A. L'Indice del 2000, n. 01
Dal 1962 a oggi l'interesse per don Giuseppe De Luca è stato pressoché costante; tuttavia, dopo la pubblicazione del volume di Luisa Mangoni In partibus infidelium (Einaudi, 1989), ha conosciuto una rinnovata fortuna, anche a seguito del determinarsi, nei primi anni novanta, di un clima favorevole agli studi sulla storia dell'editoria italiana. La collaborazione di De Luca con la Morcelliana - e quindi con il suo direttore, Fausto Minelli, avvocato bresciano di tendenze cattolico-liberali - rappresenta un importante tassello per la ricostruzione delle vicende editoriali del nostro paese nel periodo della dittatura fascista. E il ponderoso carteggio intercorso dal 1930 al 1946 documenta la peculiarità di un rapporto professionale presto trasformatosi in intima amicizia nonostante la presenza di talune divergenze d'opinione in campo sia politico sia religioso. Le oltre mille lettere conservate negli archivi dei due studiosi sono state ripartite in tre distinti blocchi, e il primo di essi, apparso di recente, si conclude con il 1934, anno che segna il passaggio di De Luca all'erudizione. L'ingresso nella casa editrice, nel 1930, avvenne grazie alla mediazione di Giovanni Battista Montini, e solo dopo aver superato le diffidenze iniziali il prete lucano si impegnerà in un intenso operato scientifico che, pur essendo talvolta in contrasto con le esigenze di divulgazione di Minelli, mirava a trasmettere, attraverso collezioni di ampio respiro e l'ausilio di giovani studiosi, una cultura cattolica intelligente e critica. Importante anticipazione delle Edizioni di Storia e Letteratura, l'attività di De Luca alla Morcelliana si presenta dunque come uno dei tentativi meglio riusciti di "far cadere i muri divisori fra cultura sacra e profana".
Alessia Pedì`o
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