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Il caso Cirillo. La trattativa Stato-BR-camorra - Carlo Alemi - copertina
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Il caso Cirillo. La trattativa Stato-BR-camorra - Carlo Alemi - copertina
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Descrizione


È la sera del 27 aprile del 1981 quando Ciro Cirillo, assessore regionale ai Lavori Pubblici della Regione Campania, viene sequestrato nel garage di casa, a Torre del Greco, da un commando di cinque uomini appartenenti alle Brigate Rosse, capeggiati da Giovanni Senzani. Nel conflitto a fuoco che segue perdono la vita l'agente di scorta di Cirillo, il brigadiere Luigi Carbone, l'autista Mario Cancello, e viene gambizzato Ciro Fiorillo, segretario dell'assessore. Ex presidente della Regione, democristiano "doroteo" molto vicino ad Antonio Gava, Cirillo è uno degli uomini politici più addentro ai meccanismi del potere; da qualche mese, inoltre, è diventato presidente della Commissione incaricata di gestire gli appalti del post-terremoto del 1980. Lo Stato annuncia la linea dura: come già per Aldo Moro tre anni prima, non tratterà con le BR. Cirillo verrà rilasciato dopo 89 giorni di prigionia, all'alba del 24 luglio, in un palazzo abbandonato di via Stadera, a Poggioreale. La liberazione era stata annunciata il giorno prima da un comunicato, in cui i rapitori dichiaravano che a sobbarcarsi l'onere del riscatto - un miliardo e 450 milioni di lire - era stata la Democrazia Cristiana, suscitando un enorme scandalo, nonché l'immediata smentita da parte dei familiari, che si assunsero la totale responsabilità di quel pagamento. La stessa liberazione fu costellata da episodi controversi, come quello per cui Cirillo, invece di essere tradotto in Questura, come da disposizioni della magistratura, venne portato a casa, dove vano sarà il tentativo di interrogatorio da parte dell'adora pubblico ministero di Napoli Libero Mancuso, causa stato di semincoscienza ascrivibile a shock - salvo poi colloquio personale, a porte chiuse, con Antonio Gava e Flaminio Piccoli, esponenti di spicco del partito. Fin da subito emersero dubbi anche in merito alla cifra pagata per il riscatto: si vociferava, infatti, che l'ammontare fosse stato pattuito grazie all'intercessione della camorra, cui sostanzialmente si doveva il merito del rilascio, e che la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo - il più sanguinario capo camorra dell'epoca - ne avesse incassato almeno una metà: la somma sarebbe stata messa insieme da un gruppo di imprenditori edili, "amici"della DC - legati a doppio filo a Cirillo per questioni di appalti - e i"colloqui" tanto con funzionari dei Servizi Segreti che con esponenti politici, si sarebbero svolti direttamente nell'"allegro" carcere di Ascoli Piceno, in cui era detenuto "'o Professore", per il tramite di faccendieri senza scrupoli. Inizia così quella che il presidente emerito Giorgio Napolitano ha definito «una delle pagine più nere dell'esercizio del potere nell'Italia democratica»: il sequestro è destinato infatti a divenire uno dei più clamorosi casi politici e giudiziari degli anni bui della Repubblica Italiana. A indagare sul caso Cirillo è il magistrato Carlo Alemi che, in qualità di giudice istruttore, diventa protagonista di alcune delle vicende più oscure e sanguinose degli anni di piombo, conoscendo e interrogando i personaggi più ambigui implicati nelle intricate trame della politica, della malavita organizzata, del terrorismo rosso e dei Servizi Segreti, fino a divenire, suo malgrado, inconsapevole agnello sacrificale. Gli elementi che si intrecciano nella sua ricostruzione sono tanti: fatti di cronaca nera, crimini mafiosi, ipotesi investigative, tentativi di depistaggi da parte di organi dello Stato, sparizione di documenti, misteri irrisolti, testimonianze scottanti, raggiri politici. Servizi deviati. È Alemi l'autore della straordinaria istruttoria condotta sul caso, affidatagli il 1°settembre del 1981 e conclusasi il 28 luglio del 1988, con il deposito della sentenza-ordinanza di 1.534 pagine destinata a fare Storia, un j'Accuse che scatenerà una vera e propria tempesta politica in Parlamento... Presentazione di Luigi Necco. Prefazione di Franco Roberti.
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Dettagli

2018
28 giugno 2018
262 p., Brossura
9788879377546

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Massimo
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Alemi

Le vicende connesse alla trattativa per il rilascio di Ciro Cirillo cioè,come sottolineato nella prefazione da Franco Roberti, dell'osceno intreccio corruttivo-collusivo tra camorra,terrorismo e politica.La stessa prefazione racconta anche gli ulteriori sviluppi del caso e ricorda un monito di Giovanni Falcone.Come non sottolineare, infine, le differenze con l'altro ben più noto rapimento e il nefando complotto che ne fu regia!

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Muro di gomma
Recensioni: 4/5

Il Giudice Alemi si trova a combattere contro l'ennesimo muro di gomma che in altre circostanze come Ustica e la stazione di Bologna ha contraddistinto l'Italia degli anni 80. Una ricostruzione storico-giudiziaria della trattiva che porto' alla liberazione del Democristiano Cirillo e delle comprovate collusioni/collaborazioni tra Stato,Cutolo e le BR che portano il Giudice Alemi in un ambiente a lui sconosciuto prima di questa esperienza e che lo lascera' con molta amarezza,nonostate il certosino lavoro delle sue indagini,e molte domande. Perche' si tratto' per Cirillo e non per Moro?Perche' la DC cambio la sua linea e scesi a patti con Cutolo per la liberazione?perche' le prove e le testimonianze rese tendono a cambiare in corso d'opera?

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