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La rivista "Mondoperaio", fondata da Nenni nel 1948, fu diretta dal 1973 al 1984 da Federico Coen e radunò – negli anni che videro l’ascesa di Craxi alla segreteria del Psi e poi alla Presidenza del Consiglio – quel gruppo di intellettuali e di politici che faceva capo ad Antonio Giolitti. La nuova serie della rivista nasceva con l’obiettivo – come avvertiva l’editoriale di apertura – di "dare un contributo allo sforzo che il partito sta compiendo per acquisire una più chiara coscienza della sua identità politica e culturale". E sarà proprio sulla questione dell’"identità", del recupero di una propria origine culturale e dell’elaborazione di un riformismo da "sinistra di governo", che si misureranno i suoi collaboratori. Se in una prima fase la rivista agì in stretto rapporto con il partito, in nome di un’elaborazione politica e ideologica finalizzata al confronto con il Pci, in seguito quel rapporto divenne conflittuale, fino al pronunciamento della redazione contro la segreteria socialista alla fine del 1979, quando questa accantonò la linea di alternativa alla Dc, e infine con le dimissioni del direttore, motivate, nell’editoriale di congedo, dall’identificazione che ormai si era stabilizzata tra partito e governo e dalla "tendenza del Psi a fare politica a una sola dimensione, quella del palazzo". Il volume ripercorre le riflessioni del gruppo di "Mondoperaio" che, in qualche modo, come avverte lo stesso Coen, prefigurarono "il terremoto" che avrebbe colpito la politica italiana negli anni novanta, e che contennero indicazioni programmatiche rivelatesi nei tempi lunghi attuali. Le analisi e i dibattiti che ne seguirono, anche ad opera di intellettuali e dirigenti non socialisti, sono stati accorpati attorno a sei temi: il revisionismo socialista, con le discussioni sul marxismo e lo Stato del ’75 e le inchieste relative alle socialdemocrazie nordeuropee; i conti con il comunismo sovietico; il confronto a sinistra, con le discussioni sul compromesso storico e sulle sue radici culturali, e quindi con ampio spazio alle figure di Gramsci e di Togliatti; la politica economica, che fu un aspetto molto importante, dal momento che il gruppo radunato attorno alla rivista aveva condiviso il periodo del primo centrosinistra e la linea della "programmazione democratica"; la "grande riforma" della Costituzione; la questione morale. Albertina Vittoria
recensioni di Vittoria, A. L'Indice del 1999, n. 10
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